Maria Licciardi resta in carcere: fermo confermato per la boss della camorra di Secondigliano
Maria Licciardi, ritenuta dagli inquirenti ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano, resta in carcere: anche il gip di Napoli ha confermato il decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed ha emesso una misura di custodia cautelare. La donna, nota all'anagrafe di camorra col soprannome di "‘a Piccerella", è accusata di associazione mafiosa, ricettazione di denaro di provenienza illecita e turbativa d'asta. Il suo legale, l'avvocato Edoardo Cardillo, ha annunciato una istanza presso il Tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione.
Licciardi, 70 anni, è la sorella del defunto Gennaro "‘a scigna", fondatore del clan che porta il suo nome, attivo nella periferia nord di Napoli e che costituisce, insieme ai Mallardo e ai Contini, l'Alleanza di Secondigliano, uno dei due macrogruppi della camorra napoletana (l'altro è costituito dal clan Mazzarella e dai gruppi collegati). La "Piccerella" secondo gli inquirenti (e diversi collaboratori di giustizia) avrebbe preso le redini del clan e lo avrebbe gestito negli anni mantenendo un ruolo di primo livello; anche a lei era stato ispirato il personaggio di Scianel del telefilm Gomorra – La serie. Era stata sottoposta a fermo dai carabinieri del Ros all'alba dello scorso 7 agosto nell'aeroporto di Ciampino, a Roma, dove era andata per raggiungere Malaga in volo. Il 9 agosto il gip di Roma aveva convalidato il fermo emesso dalla Procura di Napoli, mentre il 18 agosto è arrivata la decisione analoga da parte del gip di Napoli Linda D'Ancona.
La Spagna era stata la destinazione anche per Gennaro Esposito, latitante da un anno e ritenuto a capo della galassia camorristica del clan Mazzarella: "Genny capa ‘e bomba" è stato arrestato dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli a Barcellona, dove lo aveva appena raggiunto la compagna, partita da Napoli.