Maria Licciardi condannata a 12 anni e 8 mesi come boss di camorra: è la prima volta
Maria Licciardi, conosciuta anche col soprannome di ‘a Piccirella, è stata condannata a 12 anni e 8 mesi di reclusione: per la prima volta i giudici l'hanno considerata a capo dell'omonimo clan, fondato dai fratelli. Il processo si è tenuto con rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari Antonio Baldassarre, che l'ha ritenuta colpevole di essere la guida del clan Licciardi. Per quanto riguarda le accuse di estorsioni nei suoi confronti, sono state invece derubricate a violenza privata.
Arrestata nel 2021 mentre si imbarcava per la Spagna
Si conclude così il rito abbreviato, iniziato dopo l'arresto di Maria Licciardi l'8 agosto del 2021, mentre stava per imbarcarsi su un aereo da Ciampino, in direzione Spagna. Per lei, difesa in questo procedimenti dagli avvocati Bruno Larosa ed Edoardo Cardillo, si tratta della seconda condanna dopo quella che i giudici le avevano inflitto vent'anni fa, e pari a dieci anni di reclusione. Ma in quel precedente, tuttavia, Maria Licciardi venne considerata una affiliata al clan.
La scalata ai vertici dopo la morte del fratello
Il suo ruolo sarebbe iniziato nel 1994, quando il fratello Gennaro, detto ‘a Scigna, morì in seguito ad un intervento chirurgico. A quel punto, Maria Licciardi avrebbe preso le redini del clan che era tra i fondatori dell'Alleanza di Secondigliano. La sua morte era tale che in quel vuoto di potere si sarebbe inserita proprio lei, Maria Licciardi. Nel 2021, gli uomini del Ros la catturarono a Roma, mentre cercava di imbarcarsi all'aeroporto di Ciampino alla volta delle Spagna: non opporrà resistenza, e oggi per lei la condanna a 12 anni e 8 mesi. La prima da presunta capoclan.