Catello Maresca ha avuto rapporti non sempre lineari col centrodestra che ha promosso la sua candidatura a sindaco di Napoli. E oggi che tre liste che lo sostengono, due civiche e quella della Lega, sono state escluse dai giochi (si attende il ricorso al Consiglio di Stato), il pubblico ministero in aspettativa deve cambiare strategia elettorale contro il suo avversario principale nella corsa a sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
Ieri, però, la prima uscita di questa nuova versione di Maresca è stata un mezzo flop con portmanteau. Maresca ha coniato la parola Demanfredis (De Magistris più Manfredi) prospettando una continuità fra i due (cosa che in effetti potrebbe pure avere un senso, visto che molti ex DeMa sono passati col rettore e col centrosinistra deluchiano):
La minaccia si chiama Demanfredis. Si tratta di un organismo politico geneticamente modificato: è una metà de Magistris e per l'altra metà Manfredi: che sta raccogliendo tutta la generazione politica che ci ha allietato negli ultimi dieci anni. È una cordata di potere che parte da Nola e finisce a Sant'Antimo e che vuole venire governare a Napoli. …
Prima del morto già si vogliono accaparrare i monili. Mi dicono che si è già aperto il mercato delle vacche...
Non solo non ci piegheremo, ma usciremo più forti da questa storia contro ‘ciucciuvettole’ (civette) e ‘schiattamorti’ (becchini) cui piace vincere facile con le carte da bollo piuttosto che confrontarsi sui programmi.
Il problema è che a Maresca manca la cosiddetta ‘batteria': deputati, senatori, consiglieri regionali e candidati che ripetono il suo leitmotiv del giorno in tv, nelle dichiarazioni sui giornali, nei video web, sui social network, facendolo diventare uno slogan.
Invece ieri Maresca si è trovato Stefano Caldoro che ha bacchettato un po' tutti e Amedeo Laboccetta che da mesi è stile The Crow sulla candidatura del magistrato.
Risultato? Le sue stilettate contro l'ex ministro e rettore candidato con Pd e M5s sono state bersagliate dal centrosinistra: sono intervenuti a decine per definirlo aggressivo e violento nei toni. E a coronamento è arrivato il candidato avversario che ha dichiarato «Ho un altro stile».
Alla fine davvero l'unico che difende Maresca è Matteo Salvini prospettando una specie di complotto: «Mi sembra che da parte di qualcuno ci sia la voglia di eliminare l'avversario perché sono tutte liste a sostegno del candidato del centrodestra però confidiamo nel ricorso al Consiglio di Stato».