video suggerito
video suggerito

Mare di Baia e lago d’Averno rossi, timore per la zuppa di cozze: “Comprare da venditori autorizzati”

Il batterio che ha tinto di rosso il lago d’Averno e le acque del golfo di Baia è potenzialmente pericoloso per i molluschi: è necessario acquistare solo da rivenditori autorizzati e controllati.
A cura di Nico Falco
130 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Il cianobatterio che ha tinto di rosso le acque del lago d'Averno prima, e del mare di Baia poi, potrebbe rendere pericolose le cozze, quindi anche la tradizionale zuppa del Giovedì Santo? È una domanda che, negli ultimi giorni, ha messo in allarme diversi napoletani, preoccupati per gli effetti di quella strana colorazione. La risposta, purtroppo, non è netta: potrebbe, ma nel caso in cui venissero meno i controlli che, per legge, devono essere effettuati sui prodotti ad uso alimentare e che comprendono anche esami specifici sulla presenza di tossine. Al momento, è bene chiarirlo, non esiste nessun allarme e non c'è nessun caso segnalato di intossicazione dovuta a questo cianobatterio, ma viste le circostanze è ancora più importante rivolgersi soltanto a venditori autorizzati la cui merce viene sottoposta a stretti controlli.

"Uno degli oneri di chi alleva mitili o vongole o comunque si occupa di allevamenti marini – spiega a Fanpage.it Sergio Bravi, del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università Federico IIè quello di fare periodiche analisi per la presenza di tossine. È un tipo di lavoro che viene fatto di routine. Ad oggi non ci sono elementi per ritenere che le cozze allevate in quelle acque siano pericolose, fermo restando la necessità di controlli, che sono fondamentali. Di sicuro al momento è sconsigliabile pescare nel lago d'Averno. In ogni caso è meglio non acquistare mai da venditori improvvisati, per strada: al di là di quest'alga, le cozze sono soggette anche ad altre alghe che possono comparire in massa".

Il cianobatterio responsabile della colorazione è di acqua dolce, per questo nel lago d'Averno ha avuto delle fioriture così evidenti; l'anomalia si è presentata anche nell'area dello sbocco sul mare, nella zona di Baia, ma si tratta dell'acqua del lago d'Averno: in mare non sopravvive. "È un batterio che produce tossine nocive, soprattutto per il fegato – prosegue Bravi – quando arriva in mare in grosse quantità, come può succedere dopo grosse precipitazioni, è un problema dal punto di vista alimentare perché per i molluschi potrebbe significare un accumulo di cianotossine. Quindi andrebbero analizzati i molluschi per verificare se esiste questo accumulo. Anche se questo cianobatterio non sopravvive in mare, non è prudente mangiare molluschi subito dopo il riversamento in mare; i molluschi potrebbero averlo nel frattempo assimilato, per questo è necessario che l'Arpac o chi è preposto al controllo alimentare faccia le debite analisi".

Immagine

Perché il lago d'Averno è diventato rosso

Il batterio, nome scientifico Planktothrix rubescens, è ben noto in Nord Europa ed in Turchia, dove è responsabile della colorazione rosso-vinaccia di alcuni laghi d'acqua dolce con sufficiente profondità; in quelle aree è studiato da quasi 20 anni, perché può causare problemi in quanto quei bacini vengono anche usati come riserva di acqua da potabilizzare. Nel lago d'Averno fioriture più rilevanti ci sono state già nel 2010 e nel 2017, il caso di questi giorni è sotto monitoraggio: anche nei giorni scorsi sono stati effettuati dei prelevi, inviati all'istituto Zooprofilattico. Parallelamente, per conto dell'Ente Parco Flegrei, la Federico II (Dipartimenti di Scienze della Terra, di Biologia, di Chimica) e l'Istituto di Scienze Marine (Ismar) del Cnr stanno facendo un ampio studio di verifica delle condizioni di salute del lago d'Averno, analizzando acque e sedimenti.

"Probabilmente il fenomeno si sta verificando con più frequenza da noi, e anche in altre zone, a causa dei cambiamenti climatici – continua Sergio Bravi – il problema è che in alcune annate si hanno forti ondate di calore estive e questo riscalda molto le acque di bacini chiusi come il lago d'Averno. Il successivo inverno non è abbastanza freddo per portare a bassa temperatura l'acqua superficiale. Quando l'acqua si raffredda bene, tende a scendere sul fondo e porta ossigeno in profondità; per contro, l'acqua di fondo, che è ricca di nutrienti, sale. Quei nutrienti fanno esplodere, in primavera, le forme di fitoplancton che sono la base della catena alimentare. Se, invece, permane troppo a lungo una stratificazione delle acque, perché quelle di superficie non vanno a fondo, quest'alga qui, che vive a una certa profondità, si trova in una condizione di estrema stabilità, senza rimescolamento delle acque, e questo la porta ad esplodere numericamente e a riprodursi incredibilmente e poi salire a galla grazie a delle vescicole di gas".

Il cianobatterio Planktothrix rubescens, vista al microscopio
Il cianobatterio Planktothrix rubescens, vista al microscopio
130 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views