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La mappa della camorra a Napoli: tutti i clan e le faide in corso

Camorra a Napoli: l’ultima relazione della Direzione Antimafia fotografa la galassia di clan di camorra e gruppi criminali che si spartiscono la città di Napoli: dal centro alle zone periferiche, il controllo è capillare e caratterizzato da equilibri di potere instabili, spesso dovuti alle lotte di potere conseguenti alla disarticolazione delle vecchie cosche.
A cura di Nico Falco
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Uno scenario "mutevole ed eterogeneo", in cui le vecchie alleanze tra i clan storici della camorra a Napoli vengono minate dalle operazione delle forze dell'ordine, coi conseguenti scossoni agli equilibri di potere criminali, e dove le ambizioni delle nuove leve, spesso gruppi di cani sciolti, danno vita a "dinamiche violente e incontrollate". La Direzione Investigativa Antimafia, nella relazione semestrale relativa al periodo luglio-dicembre 2019, definisce così il panorama camorristico napoletano, tra vecchi clan clan che cercano di riconquistare quartieri e nuovi gruppi che prendono il posto dei gruppi di camorra sgretolati da ergastoli e pentimenti.

I due macro gruppi restano quelli dei Mazzarella e dell'Alleanza di Secondigliano, intorno a cui girano gli altri clan e anche i gruppi minori, in un sistema di alleanze o di vere e proprie proiezioni della cosca originaria su territori considerati strategici per i traffici criminali.

Le alleanze dei Mazzarella e dei Rinaldi

Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia è stata ricostruita la rete di alleanze dei due macro gruppi di camorra della zona. Dal lato dei Rinaldi ci sono i Rinaldi-Reale e i Silenzio (con base in via Taverna del Ferro e precedentemente legati ai Formicola), col supporto dei Minichini-Schisa-De Luca Bossa di Ponticelli, del cartello Cuccaro-Aprea di Barra e dei Sibillo dei Decumani.

I Mazzarella, invece, sono alleati coi Buonerba di via Oronzio Costa, coi Sequino e coi Savarese della Sanità, coi gruppi D'Amico del Rione Villa, Montescuro di Sant'Erasmo, Luongo di San Giorgio a Cremano, De Bernardo di Somma Vesuviana e coi Formicola di San Giovanni a Teduccio.

L'impero dei Contini da Secondigliano al Centro

Il clan Contini, contando sugli strettissimi rapporti (anche per vincoli familiari) con gli altri clan dell'Alleanza di Secondigliano, come i Bosti, i Licciardi e i Mallardo, ha mantenuto il controllo su ampie porzioni del territorio napoletano. Le aree di influenza comprendono il Vasto, l'Arenaccia, Ferrovia, San Carlo Arena, i Rioni Amicizia e Sant’Alfonso e Borgo Sant’Antonio Abate. Per mantenere il predominio i Contini hanno appoggiato, anche con propri esponenti di spicco, gli altri gruppi contrapposti ai Mazzarella: ai vertici del clan Sibillo c'era un nipote del capoclan Eduardo Contini detto ‘o Romano.

Negli anni i Contini hanno diversificato gli affari, con particolare attenzione al reimpiego dei capitali illeciti anche ben oltre i confini regionali, sia per le attività apparentemente lecite (come dimostrato dall'operazione Cartagena del giugno 2019) che per quelle illegali: nel novembre 2019, con l'operazione Condor, le forze dell'ordine hanno smantellato una organizzazione legata ai Contini specializzata in truffe agli anziani in tutta Italia.

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Centro storico di Napoli

A Forcella, nei Decumani, alla Maddalena e ai Tribunali è ancora acceso lo scontro che vede contrapposti i Sibillo, unico gruppo ancora attivo tra quelli che furono la "paranza dei bimbi" (Sibillo-Giuliano-Amirante-Brunetti) e i Mazzarella, che in quei quartieri hanno l'appoggio del clan Buonerba, i cosiddetti Barbudos. Che il clan Sibillo fosse ancora attivo lo ha dimostrato l'ordinanza che, il 6 novembre 2019, ha portato in manette 22 affiliati; in seguito a quella operazione, rileva la Dia, il rivale clan Mazzarella ha approfittato per prendere il controllo del territorio tramite una serie di alleanze.

Nei Decumani, dopo alcune stese ai danni di storiche pizzerie del posto, i carabinieri hanno sottoposto a fermo, emesso dalla Dda, esponenti dei Perez, legati ai Mazzarella. A Forcella i Buonerba, legati ai Mazzarella, sono in contrasto con i Vicorito-De Martino del Borgo di Sant'Antonio, noto anche come "la paranza dei vicoli", gruppo scissionista del clan Giuliano che ha trovato l'appoggio dei Contini e dei Saltalamacchia.

Case Nuove e quartiere Mercato

Nel quartiere Mercato e nella zona delle Case Nuove, tra via Vespucci e il corso Arnaldo Lucci, sono ancora in lotta i Mazzarella e i Rinaldi. I primi avrebbero cambiato riferimento locale: non più i Caldarelli, storicamente insediati tra quei palazzoni popolari, ma i Cuomo; la sostituzione, rileva la Dia, sarebbe avvenuta perché i precedenti referenti avrebbero avuto dei contatti con esponenti dei Rinaldi e quindi non sarebbero stati ritenuti più affidabili dai vertici dei Mazzarella.

Poggioreale

Se il Rione Sant'Alfonso rimane una delle roccaforti del potente clan Contini, legato all'Alleanza di Secondigliano, il quartiere di Poggioreale è invece conteso con il clan Mazzarella. Nonostante i numerosi arresti, rileva la Dia, il clan Contini "rappresenta tuttora uno dei più potenti e strutturati sodalizi cittadini e può contare ancora su affliati di rango, recentemente scarcerati".

Quartieri Spagnoli

Nei Quartieri Spagnoli, nel centro di Napoli, non c'è un clan dominante e da qui l'instabilità degli scenari che spesso si è tradotta in stese e tentati omicidi. La Dia individua tra i principali gruppi la famiglia Saltalamacchia (alleata coi Ricci e con gli Esposito), in contrasto coi clan Mariano e Masiello. Se i Saltalamacchia, rafforzati dalla scarcerazione del reggente il 23 dicembre 2019 e dalla liberazione di altri esponenti di vertice, sono ritenuti vicini ai gruppi Lepre-Cianciulli del Cavone e ai De Martino-Vicorito di Forcella, i Masiello risultano essersi avvicinati ai Mazzarella, a loro volta già molto vicini ai Mariano.

Nella zona nota come Sedile di Porto (da via Mezzocannone a via Marina e via Roma, comprese le zone di Santa Chiara e piazza Bovio) la gestione delle piazze di spaccio e le estorsioni a commercianti e imprenditori sono appannaggio del clan Trongone, legato ai Mariano, e i Prinno, vicini invece ai Mazzarella.

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Il Porto di Napoli

Il porto di Napoli, punto nevralgico per i traffici di stupefacenti e di merci contraffatte, resta la "piccola Svizzera" della camorra napoletana, feudo di Carmine Montescuro, 85 anni, detto ‘u munuzz, "vecchio saggio" che per decenni ha fatto da mediatore tra i clan anche decidendo come dovessero essere spartiti i soldi delle estorsioni. Il gruppo è egemone nel Rione Sant'Erasmo. Con l'operazione "Piccola Svizzera" le forze dell'ordine hanno documentato la capacità di Montescuro di reperire "notizie su appalti e lavori pubblici appetibili e sugli imprenditori che se ne occupavano" e che le estorsioni sui lavori per la ristrutturazione dell'area portuale erano condivise coi Mazzarella.

Rione Sanità

Nel Rione Sanità, nel centro di Napoli, la Dia rileva i tentativi di infiltrazione da parte dei clan di Secondigliano, che entrano in contrasto coi gruppi di camorra locali. Per molti anni il rione è stato controllato dai Lo Russo di Miano, clan storico che si è poi disgregato. Attualmente, dopo gli arresti nel clan Mauro, hanno ripreso forza i rivali dei Sequino-Savarese, legati ai Mazzarella.

San Ferdinando, Chiaia e Posillipo

Nella zona del Pallonetto di Santa Lucia gli affari criminali sono ancora controllati dal clan Elia, che dopo gli arresti si è riorganizzato sotto la guida della famiglia Nocerino, alleata coi Saltalamacchia dei Quartieri Spagnoli. Nei vicoli a ridosso della Riviera di Chiaia i gruppi egemoni sono gli Strazzullo, i Piccirillo e i Cirella.

Alla Torretta le scarcerazioni potrebbero favorire il ritorno del clan Frizziero, sostenuto dai Mazzarella. Nella zona della Salita Vetreria c'è il gruppo Innocenti mentre nel quartiere Posillipo il clan egemone è ancora quello dei Calone.

Scampia e Secondigliano

La Dia rileva una progressiva perdita di influenza criminale da parte del clan della Vanella Grassi, indebolito dagli arresti dei vertici. Di questa debolezza avrebbero approfittato il gruppo Grimaldi (legato ai Licciardi) che, da San Pietro a Patierno, ha cercato di prendere il controllo dei lotti P, G e K di Scampia e di alcune aree di Secondigliano.

Anche il clan Amato-Pagano, che dopo la terza faida di Scampia aveva dovuto abbandonare Scampia e Secondigliano, ripiegando su Mugnano di Napoli, Melito di Napoli, Arzano e Casavatore, starebbe cercando di tornare a Napoli, contando sulle alleanze strette con i gruppi Abete e Abbinante e coi Notturno.

Proprio questo tentativo di ritorno a Secondigliano degli "Spagnoli" potrebbe aver portato ai due omicidi consumati il 7 settembre 2019, quando furono uccisi Gennaro Sorrentino, vicino al clan Amato-Pagano, e di Domenico Gargiulo, "Sicc ‘e penniell", trovato morto il giorno successivo nel cofano di un'automobile, ritenuto invece legato al clan Marino, a sua volta vicino ai clan della Vanella Grassi.

Il clan della Vanella Grassi è stato ulteriormente indebolito da una nuova operazione del luglio 2020 che ha portato in manette 51 affiliati.

Nella zona delle Case Celesti, punto nevralgico per lo spaccio di droga dell'area nord di Napoli, resta egemone il clan Marino. Tra Secondigliano e Scampia ci sono poi altri gruppi criminali, come la famiglia Cesarano nel Rione Kennedy, la famiglia Carella del Rione Berlingieri e Maione nel Perrone. A Largo Macello la Dia individua come egemone il gruppo dei Rispoli; il gruppo è guidato da Enzo e Raffaele Rispoli, fratelli di Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino e oggi moglie del neomelodico Tony Colombo.

Resta intatto il potere del clan Licciardi, federato dell'Alleanza di Secondigliano, che ha mantenuto saldo il potere così come hanno fatto i Di Lauro, questi ultimi grazie anche alla continuità della gestione dei traffici illeciti assicurata dai figli del boss detenuto Paolo Di Lauro detto Ciruzzo il Milionario.

Miano, Marianella e Piscinola

La disgregazione del clan dei Capitoni ha creato un vuoto di potere e ha lasciato ampio spazio di manovra per i clan attivi nei territori limitrofi, tra cui i Licciardi, che ora stanno cercando di imporsi anche sui quartieri di Miano, Marianella e Piscinola. Nell'area ‘ncopp Miano la Dia rileva la presenza del gruppo Cifrone, alleato coi Perfetto (imparentati coi Lo Russo), mentre dall'altro lato del quartiere, nell'area "Abbasce Miano", ovvero la parte meridionale, ci sono le famiglie Balzano, Scarpellini e D'Errico. Si tratta di gruppi criminali che in passato avevano gravitato nell'orbita dei Lo Russo.

Vomero e Chiaiano

Nella zona di Chiaiano gli affari illeciti sono tornati nelle mani del clan Stabile, legato ai Licciardi; il gruppo ha tentato anche di infiltrarsi nell'area collinare di Napoli, puntando al controllo degli affari illeciti nel comprensorio ospedaliero tra i quartieri Vomero e Arenella, sfruttando l'assenza dei capi storici dei clan Cimmino e Caiazzo.

San Giovanni, Barra e Ponticelli

L'area est di Napoli, tra i quartieri di San Giovanni a Teduccio, Ponticelli e Barra, rileva la Dia, è ancora caratterizzata dalla contrapposizione tra i Mazzarella, con roccaforte nel rione Luzzatti di Poggioreale, e i Rinaldi, il cui fortino è nel Rione Villa. Un cambio degli assetti criminali c'è stato quando Umberto D'Amico, figlio di uno dei fondatori del clan D'Amico e referente per i Mazzarella per San Giovanni a Teduccio, ha deciso di diventare collaboratore di giustizia, nel luglio scorso. Tre mesi prima, il 4 maggio 2019, il giovane era stato arrestato l'omicidio di Luigi Mignano, cognato del boss Ciro Rinaldi, ucciso mentre accompagnava il nipotino a scuola lo scorso 9 aprile.

A Ponticelli lo sgretolamento del clan Di Micco e l'indebolimento degli avversarsi dei D'Amico di Ponticelli hanno lasciato spazio al cartello composto dalle famiglie De Luca Bossa – Minichini – Schisa, con influenza anche sul limitrofo comune di Cercola. In contrapposizione, la famiglia De Martino, fedelissima ai De Micco. Nel Rione Luzzatti gli investigatori confermano la presenza della famiglia Casella (articolazione del disciolto clan Sarno).

A Barra il clan egemone è quello dei Cuccaro-Aprea, che per mantenere il controllo sul territorio avrebbe stretto alleanze con i Rinaldi-Reale-Silenzio di San Giovanni a Teduccio e coi De Luca Bossa – Minichini – Schisa di Ponticelli.

Pianura, Soccavo e Bagnoli

Gli arresti degli ultimi anni hanno assestato un duro colpo ai clan criminali dell'area occidentale di Napoli, molti dei gruppi storici sono stati disarticolati dalle forze dell'ordine o da scissioni interne. Attualmente non esiste un clan predominante, ma un tentativo di ricompattare i vecchi affiliati sarebbe partito da Bagnoli, dove di recente è stato scarcerato un pregiudicato storicamente legato al clan D'Ausilio.

A Pianura, grazie anche ai numerosi pentiti, c'è un progressivo indebolimento degli storici clan Marfella-Pesce e Mele, ma i ritrovamenti di armi e munizioni nel quartiere fanno ipotizzare la presenza di nuovi gruppi criminali che stanno cercando di conquistare gli spazi lasciati vacanti, compattandosi intorno a pregiudicati di recente tornati in libertà.

Il quartiere Soccavo è diviso tra il clan Vigilia, che gestisce gli affari illeciti nella parte alta, e il gruppo Sorianiello, che invece occupa la parte bassa, cosiddetta "99", ed è particolarmente attivo nella gestione delle piazze di spaccio e nelle estorsioni ai commercianti.

Nel Rione Traiano, fortino della droga dell'area occidentale, il traffico di stupefacenti è nelle mani del clan Cutolo (alleato coi Sorianiello di Soccavo), attivo nella zona bassa, la cosiddetta 44, e del clan Puccinelli-Petrone, che invece è stanziato nella parte alta; la Dia rileva che però alcune piazze di spaccio presenti nella parte alta sono sotto il controllo dei Cutolo.

Tra Bagnoli, Cavalleggeri e Agnano, vista l'assenza di elementi di vertice dei gruppi D'Ausilio e Sorprendente, ha guadagnato spazio il gruppo Esposito, con base nel quartiere di Bagnoli, il cui esponente di riferimento, Massimiliano Esposito detto lo Scognato, è stato scarcerato nel giugno 2019 ed è attualmente sottoposto a libertà vigilata per tre anni.

A Fuorigrotta, infine, le piazze di spaccio e il racket dei parcheggiatori abusivi resta nelle mani dei gruppi Iadonisi (con base nel Rione Lauro) e Cesi, i cui rapporti sono caratterizzati da fasi di alleanza e di contrasti.

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