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Manifestazione No Dad a Napoli, le showgirl Veronica Maya e Maria Mazza con le associazioni

Oggi, 23 marzo, in piazza a Napoli contro la Dad c’erano anche le showgirl Veronica Maya e Maria Mazza. A chiedere la riapertura delle scuole le mamme dell’associazione “Scuole Aperte Campania”, le insegnanti dei nidi aderenti al Sic e gli autisti dei pullmini scolastici, che da un anno sono fermi e non ricevono sostegni.
A cura di Redazione Napoli
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A manifestare contro la Dad a Napoli questa mattina c'erano anche le showgirl Veronica Maya e Maria Mazza, scese in piazza accanto alle mamme dell'associazione "Scuole Aperte Campania", alle insegnanti dei nidi aderenti al Sic (Servizi per l'Infanzia Campania) e agli operatori del trasporto scolastico (rappresentati dal leader di Assodiritti Carlo Di Dato), questi ultimi rimasti da un anno senza lavoro e senza sostegno. Il raduno in via Nazario Sauro, a pochi passi dalla sede della Regione Campania. Centro della protesta, la richiesta di riaprire le scuole con la didattica in presenza.

"Non sono una negazionista e capisco il problema – ha spiegato Veronica Maya, per anni volto dello Zecchino d'Oro – ma il Covid non può essere il pretesto per la paralisi totale. Dobbiamo imparare a convivere col virus. Anche perché non è non andando a scuola che si eliminano i rischi. Ho tre bambini in Dad che passano almeno sei ore al giorno davanti allo schermo e sappiamo quante insidie il pc nasconda. La scuola in presenza è insostituibile per i genitori che lavorano e per gli stessi bambini. Noi dello spettacolo siamo delle privilegiate ma ritengo giusto appoggiare questa battaglia e dare una mano a chi non ha le mie stesse possibilità. Con i docenti vaccinati non avrei nessun problema a mandare a scuola i miei figli".

Maria Mazza punta anche sulla disparità di trattamento tra gli studenti campani e i coetanei di altre regioni. "Non capisco perché mia figlia che vive a Napoli debba stare in Dad e i miei nipoti che stanno a Roma possano invece andare a scuola in presenza – dice – il Governo si deve rendere conto che esiste un caso Campania. In questa regione non si va a scuola da sei mesi e io ho la fortuna di poter garantire un'ottima scuola a mia figlia, in cui si fa un'ottima Dad. Ma gli altri? Chiudere le scuole inoltre, è un piacere che si fa alla camorra sempre pronta ad arruolare nuove leve".

Per Carlo Di Dato la Regione, che ha annunciato investimenti nel trasporto pubblico per 1 miliardo e 100 milioni per nuovi treni e bus, potrebbe dirottare 100 milioni "in favore di questa categoria che da un anno non lavora e che deve sostenere ingenti spese assicurative per rimettersi in carreggiata e ripartire appena riapriranno le scuole". "Sono lavoratori del settore privato – continua – che tuttavia offrono un servizio pubblico in media a 10mila bambini nella sola città di Napoli che e da più di un anno, con le scuole chiuse, non hanno più entrate. I nostri pullmini sono sanificati, l'accesso è limitato e in sicurezza". Problemi simili per le insegnanti dei nidi, come spiega Katia Mascolo, presidente di Sic: "Il nostro è un servizio privato, se stiamo chiusi nessuno ci paga. Il 15% delle strutture ha chiuso i battenti e i sostegni previsti dal precedente governo sono arrivati solo in parte per un disguido dovuto all'Inps. Chiediamo solo di tornare a lavorare in sicurezza".

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