Mangiacapre confessa: “Ho ucciso i fratelli Marco e Claudio Marrandino per una lite per viabilità”
Alla fine, ha confessato: durante l'udienza di convalida del fermo Antonio Mangiacapre, l'operaio 53enne accusato di avere ammazzato i fratelli Marco e Claudio Marrandino, il primo avvocato 39enne e l'altro imprenditore edile di 29 anni, ha ammesso di essere stato lui. E ha detto di averlo fatto per motivi di viabilità: si sarebbe imbattuto nell'auto in cui viaggiavano i due e poi sarebbe bastata una discussione su chi aveva la precedenza per fargli tirare fuori la pistola che portava alla cintura e fargli esplodere una serie infinita di colpi uccidendo prima Claudio Marrandino, ancora seduto nell'automobile, e poi il fratello Marco, colpito alla schiena mentre cercava di scappare a piedi.
L'autopsia è stata fissata per oggi, mercoledì 19 giugno, solo al termine potrà arrivare il via libera dalla magistratura per i funerali, che potrebbero tenersi domani, 20 giugno, a Cesa, il comune del Casertano dove vivevano entrambi; l'amministrazione ha fatto sapere che per il giorno sarà proclamato il lutto cittadino. La famiglia Marrandino è assistita dagli avvocati Dario Carmine Procentese, Luigi Poziello, Luigi Marrandino e Giuseppe Laudante, mentre il 53enne è difeso dall'avvocato Paolo Caterino.
Fratelli uccisi a Orta di Atella, indagato confessa
Mangiacapre è stato individuato nella serata di sabato, 15 giugno, poche ore dopo l'omicidio. Era nella clinica Pineta Grande, ci era andato sostenendo di avere accusato un malore. Quando i carabinieri lo hanno trovato, ha sostenuto di non sapere nulla della vicenda né di dove fosse la sua automobile: ha detto che gli era stata rubata.
Eppure, appena qualche ora prima, una pattuglia della Compagnia di Marcianise lo aveva visto bene. I militari si erano trovati a passare praticamente per caso lungo l'asse Nola-Villa Literno e avevano notato tre persone, due in auto e la terza in strada, che litigavano animatamente.
Il capopattuglia si era avvicinato per sedare la discussione e in quel momento l'uomo in piedi aveva estratto la pistola e aveva cominciato a sparare, per poi puntare l'arma anche contro il carabiniere e infine scappare, riuscendo a seminare i militari. L'automobile, una Golf, era stata poi ritrovata abbandonata in un terreno a Cancello e Arnone.
I dubbi sul movente del duplice omicidio
Quel giorno Marco Marrandino era andato all'aeroporto di Capodichino per prendere il fratello Claudio, appena arrivato a Napoli. Il duplice omicidio si è consumato lungo la via del ritorno verso Cesa. Anche Magiacapre è originario della stessa cittadina del Casertano ma se vive in un comune poco distante. Quello che è accaduto quando i tre si sono incontrati è al centro delle indagini.
Da un lato la spiegazione di Mangiacapre, che parla di una lite per motivi di viabilità; dall'altro gli inquirenti, che si chiedono perché l'uomo circolasse armato, se avesse l'abitudine di farlo e se una semplice precedenza mancata può essere davvero il motivo dietro la morte di due persone.