Non ho capito bene se è una moda o se varie agenzie di comunicazione si sono messe d'accordo: «Usiamo tutti Pino Daniele o Massimo Troisi negli slogan!», tipo ispirazione venuta nel sonno. Qualche settimana fa era stata l’azienda dei rifiuti a Napoli a sfruttare Pino e la sua più significativa canzone, “Napul’è” per pubblicizzare tristemente la raccolta differenziata della spazzatura.
Oggi, invece, ci si mette pure il candidato a sindaco di Napoli di Pd, M5s e Leu, Gaetano Manfredi. Piccola premessa d’obbligo per chi non sa come funzionano le campagne elettorali. Su slogan e social network quasi mai il candidato mette bocca: delega, affida tutto alle agenzie di comunicazione. Le agenzie di comunicazione sono un misto tra Gennaro D’Auria e il gioco delle tre carte con una spruzzata di George Lakoff.
Napoli, poi, è una città straordinaria: tutti sanno fare tutto e tutti sono ipercritici con l’altro, ma se arriva uno “da fuori” a farlo, si grida al genio a prescindere. E infatti c'è Daniel Fishman che gestisce la «strategia» dell’ex rettore ed ex ministro, una specie di dottor Cazzaniga di Luciano De Crescenzo. È arrivato e ha pensato: ma sì, quasi quasi buttiamoci dentro Massimo Troisi che sta bene su tutto.
Et voilà: la prima campagna di posizionamento dell’ex rettore candidato (la successiva sarà sui temi, come da manuale) è un gioco di parole. «Ricomincio da te», usando il Ricomincio da Tre , dolcissimo e ironico film del nostro beniamino. Manfredi è un accademico, uno che non parla per slogan, un uomo di concretezza ma non rozzo, uno che vola alto: perché sciupare questa caratteristica?
A questo punto andrebbe di suggerire ai dotti medici e sapienti della comunicazione “No grazie il Pd mi rende nervoso” per i recuperare i pentastellati dissidenti o “Pensavo fosse civico invece era De Luca” per rassicurare i Dem deluchiani. Addirittura anche in Forza Italia a Napoli, dove tutto sono fuorché svegli sui temi della comunicazione, se ne sono accorti e hanno iniziato a ironizzare.
Vedere Manfredi su sfondo verde Hulk in una piazza Plebiscito (gongolerà Antonio Bassolino, visto che quello è il suo simbolo per eccellenza) non è una scelta azzeccata. Lo slogan “Ricomincio da Te”, rischia di sembrare addirittura pericolosamente allineato con il primo Luigi De Magistris, quel “Napoli è tua” che prometteva potere al singolo scordandosi del bene comune e della collettività (infatti poi il disastro s'è visto).
Ma poi chi è il "te"? A chi si riferisce, a chi guarda? Perché Manfredi non ha gli occhiali che invece indossa sempre? Perché lui sta a destra, il nome a sinistra e in mezzo c'è la cupola del Plebiscito? Altra cosa: è vero che Napule è mille culure ma proprio verde no. Ci manca proprio, il verde a Napoli.