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Manfredi, primi guai sulla scrivania del sindaco di Napoli: rifiuti, nomine e trasporti

Rifiuti, trasporti, assunzioni di staffisti e dirigenti, nomine nei Cda di partecipate, enti e collegi sindacali. Sul tavolo del neo-sindaco Gaetano Manfredi ci sono già le prime grane da affrontare: una città sporca, con i cumuli di immondizia in strada, i trasporti a singhiozzo, un disavanzo da 2,6 miliardi. Dal biodigestore a Napoli Est al rilancio di Bagnoli, all’aumento delle riscossioni delle tasse, tutti i nodi per il Prof.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Rifiuti, trasporti, assunzioni di staffisti e dirigenti, nomine nei Cda di partecipate, enti e collegi sindacali. Gaetano Manfredi è stato proclamato oggi, lunedì 18 ottobre 2021, nuovo sindaco di Napoli, il 25esimo della storia della città, e sul suo tavolo ci sono già le prime grane da affrontare. Il Prof, sostenuto da una coalizione trainata da Pd-M5S, si trova fin da subito a dover fare i conti con una città sporca, dove negli ultimi 10 giorni la raccolta dell'immondizia è andata a rilento e sono tornati i cumuli in strada, con i mezzi pubblici che funzionano a singhiozzo, perché mancano i treni della metropolitana e quelli che ci sono si guastano di continuo e con un disavanzo in bilancio da 2,6 miliardi di euro, per ripianare i quali i 200milioni l'anno offerti nel Patto per Napoli pre-elettorale sono una goccia nel mare.

Rifiuti, l'impianto di compostaggio a Napoli Est

Tra i primi punti da mettere a regime per il nuovo primo cittadino c'è quello dei servizi pubblici ai cittadini, ad oggi molto scadenti, dalla manutenzione dei parchi verdi quasi del tutto assente, con i giardinieri ridotti all'osso, alla pulizia e al decoro della città. Napoli è sporca, piena di discariche abusive e di escrementi di animali da compagnia lungo le sue strade. I napoletani ci convivono ormai da anni. Ma nel resto del mondo occidentale non funziona così. Nelle grandi città le strade sono pulite e vengono lavate ogni mattina. Gli ultimi giorni di cambio del testimone a Palazzo San Giacomo hanno segnato una fase di rilassatezza, coincisa anche con lo sciopero dei netturbini per 24 ore. Per Manfredi l'emergenza rifiuti che riguarda ormai da 20 giorni varie aree del capoluogo campano dipende anche dal fatto che Napoli “va governata. Senza governo non sa reggere”. Tra i progetti sul tavolo rimasti incompiuti e fortemente sponsorizzati dal governatore Vincenzo De Luca c'è quello dell'impianto di compostaggio che dovrebbe sorgere a Napoli Est. Proprio sul biodigestore, osteggiato dai comitati, ci sarà una prima partita da giocare.

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Nomine e assunzioni bloccate

Sono 77 i contratti da dirigenti esterni e staffisti al Comune di Napoli in scadenza con il mandato del sindaco Luigi De Magistris. Di questi 40 staffisti, da distribuire tra i 12 assessorati e la segreteria del sindaco, 32 dirigenti con contratti a tempo determinato comma 1 dell’ex articolo 110 del testo unico degli enti locali e altri 5 dirigenti comma 2, tra i quali il direttore generale, carica quest'ultima per la quale è stato scelto il deluchiano Pasquale Granata. Per una spesa complessiva di circa 3,6 milioni di euro all'anno. La commissione del Ministero dell'Interno alla quale il Comune ha chiesto un chiarimento a settembre sul futuro dei contratti esterni, la scorsa settimana ha spiegato che non sono possibili proroghe. I contratti hanno durata 5 anni dal momento della stipula. Dopodiché bisognerà procedere a nuovi contratti.

Primo scoglio in consiglio per approvare il bilancio

Fare nuove assunzioni però non sarà semplice, perché tutto deve passare per la commissione del Ministero dell'Interno, essendo il Comune in pre-dissesto. Ma per inviare la lista delle assunzioni al Viminale bisogna prima approvare il bilancio consolidato – il rendiconto 2020 del Comune e di tutte le sue società partecipate. Il primo scoglio sarà quindi in consiglio comunale, dove Manfredi dovrà vedersela con le opposizioni e mettere d'accordo le diverse anime della maggioranza. “Purtroppo – ha spiegato Manfredi oggi, durante la cerimonia di proclamazione – non posso fare nomine subito, non è stato approvato il bilancio consolidato. Per poter fare le nomine bisogna attendere l'insediamento del Consiglio comunale e l'approvazione del bilancio. Questo chiaramente ci creerà dei problemi organizzativi subito”. La nuova amministrazione, quindi, corre il rischio di ritrovarsi senza staffisti fino a dicembre-gennaio, ossia senza i collaboratori necessari a portare avanti il lavoro degli assessorati. Bisognerà far ricorso al personale interno. Mentre per gli assessori si potranno già fare le nomine.

Valzer di nomine anche in Regione ed ex Provincia

Il risiko degli incarichi interesserà anche la Regione Campania, dove sono rimaste scoperte finora diverse caselle importanti. Lo stesso governatore Vincenzo De Luca detiene personalmente alcune deleghe come quella ai Trasporti. Le nomine al Comune quindi sbloccheranno anche quelle a Palazzo Santa Lucia, mentre la Città Metropolitana per la quale si vota a gennaio sarà usata come camera di compensazione. Sul tavolo anche 400 nomine nei cda delle partecipate e degli enti e dei componenti dei collegi sindacali di cui il Comune fa parte.

Il Patto per Napoli non basta

Fondamentale per avviare la macchina comunale, oggi a corto di dipendenti – ce ne sono appena 5mila circa – sarà il ripiano del disavanzo, vero nodo dolente di questi 10 anni di amministrazione De Magistris. Il Comune di Napoli è in pre-dissesto dal 2013. Il disavanzo ha raggiunto quota 2,6 miliardi di debiti pregressi, a cui si aggiungono altri 2 miliardi di debiti correnti, compensati questi ultimi dalle entrate. Per un totale di circa 4,6 miliardi. I revisori dei conti hanno bloccato la spesa fino al ripiano del disavanzo, questo significa che non possono partire nuovi progetti con fondi comunali che saranno destinati totalmente a ripianare il disavanzo. Non c'è margine per iniziative autonome del Comune. Bisogna ricorrere necessariamente a fondi esterni, come quelli del Pnrr o europei per il tramite della Regione, che hanno destinazione vincolata. E per Bagnoli a quelli messi a disposizione dallo Stato per il rilancio.

Il nodo delle riscossioni e delle tasse

Il patto per Napoli mette a disposizione della città 200 milioni all'anno. Per Manfredi, “pochi. Ne sto parlando con il Governo. È chiaro che serve un impegno straordinario per la città. Bisogna dire che c'è anche un tema, la capacità della città di presentare progetti che siano competitivi rispetto ai bandi del Pnrr. E su questo siamo in ritardo, abbiamo il problema di una macchina comunale completamente disastrata. Perciò dobbiamo veramente fare uno sforzo straordinario”. Il piano di rientro del disavanzo finora non ha funzionato, le dismissioni del patrimonio sono andate a rilento. Il nodo per il nuovo sindaco, quindi, sarà aumentare la percentuale delle riscossioni dei tributi locali, dopo il fallimento del progetto della Napoli Riscossioni di De Magistris.

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