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Luisa, infermiera napoletana, racconta perché ha deciso di trasferirsi in Norvegia

Il Sistema sanitario nazionale norvegese cerca giovani infermieri italiani da assumere a tempo indeterminato. Dopo un anno di formazione (gratuita), potranno partire: 3000€ al mese, casa, bollette e auto gratis.
A cura di Peppe Pace
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La storia di Luisa Scala e di tanti altri giovani infermieri precari italiani stavolta avrà un lieto fine, grazie all'agenzia "Global Working" che ha pubblicato un'offerta di lavoro dedicata agli infermieri italiani che vogliono lavorare nel servizio sanitario nazionale norvegese. Appoggiandosi alla sede spagnola dell'agenzia di collocamento, ai candidati viene offerto un anno di formazione gratuita a distanza per apprendere la lingua norvegese. Gli infermieri potranno lavorare a tempo indeterminato in una delle strutture ospedaliere norvegesi e avranno a disposizione una casa, completa di tutte le utenze, un'automobile e una serie di bonus, tra cui un buono di 1.000 euro da spendere per andare e tornare dall'Italia, oltre a uno stipendio che va dai 2.500 ai 3.000 euro al mese, a seconda delle ore di lavoro. Fanpage.it, Luisa, giovane laureata della Federico II di Napoli, che ha deciso di accettare l'offerta.

Come hai saputo di questa offerta di lavoro in Norvegia?

La Federico II dà la possibilità a tutti gli studenti laureati di iscriversi su Almalaurea, un consorzio universitario che mette in contatto i laureati col mondo del lavoro. Tra i vari annunci, la Global Working offriva, ed offre ancora oggi, la possibilità di lavorare nel servizio sanitario nazionale norvegese

Hai deciso subito che era il caso di provare?

Sì, perché da quando mi sono laureata non sono riuscita a trovare un impiego che soddisfacesse le mie esigenze lavorative ed economiche. Ho lavorato sulle ambulanze del 118 e mi hanno offerto un lavoro precario in un'azienda privata che si occupa di emodialisi, ma le condizioni erano insostenibili, avrei dovuto lavorare a partita IVA accollandomi tutte le spese.

Non ti spaventa cambiare vita?

Quest'agenzia ci dà la possibilità di imparare la lingua e di metterci in contatto con altri infermieri che già lavorano in Norvegia. Non è facile mollare tutto e partire, la paura c'è, ma per fortuna non sono sola, partirò con altri 7 infermieri italiani. Mi rendo conto che è una decisione importante ma ne vale la pena e non solo per me e per il mio futuro, ma anche per i miei figli, quando avrò una famiglia.

Che consiglio dai ai giovani infermieri italiani?

"Partite. In Italia è tutto fermo ormai, non ci sono prospettive, non c'è futuro. Provateci, non vi fate bloccare dalla paura, perché veramente ne vale la pena".

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