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È morto Luciano De Crescenzo

Luciano De Crescenzo sul manifesto della Lega Salvini, ira della famiglia: “Non lo permettiamo”

Manifesto social della Lega Nord di Salvini in Campania usa il volto di Luciano De Crescenzo come testimonial, arriva la protesta della famiglia dell’ingegnere-filosofo, scomparso giusto un anno fa: “Non autorizziamo e ci dissociamo da qualsiasi utilizzo a fini politico-elettorali dell’immagine di Luciano De Crescenzo che tuteleremo in tutte le sedi opportune”. Nel mirino c’è l’ex Forza Italia Severino Nappi, salviniano da poche settimane.
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Il manifesto della Lega con De Crescenzo
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«Napoli, l'ultima speranza per l'umanità». Il volto sorridente di Luciano De Crescenzo che ci lasciava un anno or sono e in basso il simbolo della Lega Nord con tanto di Alberto Da Giussano a spada sguainata. Non è piaciuta per niente alla famiglia dell'ingegnere-filosofo la sortita di Severino Nappi, ex Forza Italia, leghista da poche settimane e candidato alle prossime Elezioni Regionali in Campania col centrodestra che sostiene Stefano Caldoro: associare il volto dello scrittore ad un manifesto elettorale e per di più della Lega di Matteo Salvini con tanto di slogan: «Prima gli italiani». E così, in men che non si dica è arrivata la secca reprimenda della famiglia De Crescenzo, della figlia Paola e del nipote Michelangelo: «Non autorizziamo e ci dissociamo da qualsiasi utilizzo a fini politico-elettorali dell'immagine di Luciano De Crescenzo che tuteleremo in tutte le sedi opportune». Centinaia le condivisioni della dichiarazione dei De Crescenzo dalla pagina Facebook dedicata alla memoria di Luciano. Del resto rispetto all'appartenenza politica, fu proprio lui a scrivere, con l'immancabile ironia, in uno dei suoi libri: «A quanti vogliono sapere se io sono di centro destra o di centro sinistra, io rispondo che sono del centro storico».

Proprio ieri, sabato 18 a un anno dalla morte del poliedrico artista, ai Quartieri Spagnoli, all'angolo tra via Emmanuele De Deo e vico Due Regine, è stato inaugurato un murale con il profilo del ‘professor Bellavista' e la frase di chiusura del suo film più famoso: «Io penso che Napoli sia ancora l'ultima speranza che ha l'umanità per sopravvivere». Nei prossimi giorni a Chiaia  ed esattamente in vico Belledonne – il luogo in cui il filosofo partenopeo si augurava ironicamente di esser ricordato vista la passione per le donne – sarà scoperta una targa che lo ricorda.

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