Italia in finale, la lettera di Emilia: “Io, napoletana a Wembley. La mia notte magica con gli azzurri”
Il mio ritorno alla vita dopo quasi due anni di pandemia è esploso ieri sera, al Wembley stadium con il goal di Jorginho!
La mia notte magica inizia così, con l’Italia in finale agli Europei. Non avevo programmato di andare a vedere gli azzurri allo stadio, ma anzi, dopo il "tiraggiro" di Lorenzo Insigne il magnifico ai quarti di finale, stavamo già decidendo in quale pub prenotare un tavolo tricolore.
Poi l’illuminazione: la EUFA mette 6.400 biglietti a prezzo stracciato solo per gli italiani residenti nel Regno Unito. Ero tra di loro! Più che italiana, mi sento prima di tutto napoletana, ma nel mondo.
I preparativi si sono consumati sotto una pioggia battente alla forsennata ricerca dei colori della Nazionale con cui dipingermi il volto: un negozietto indiano ha risolto la giornata e poi mi ha detto: “Go Italy!”. È stato quello il momento in cui ho pensato che ce l’avremmo fatta, se anche gli indiani sono dalla nostra!
Appena scesa alla stazione, migliaia di bandiere tricolore ci hanno dato un caloroso benvenuto, ma l’ingresso ufficiale al Wembley Stadium mi ha letteralmente lasciato senza fiato. Un’arena di colori, urla, cori e vita hanno riscaldato una serata fredda e piovosa.
Dopo tutto quello doveva essere la nostra notte magica, sotto il cielo di un’estate italiana. La partita combattuta, sofferta è stata l'esatta sintesi di cosa vuol dire essere un'italiana all'estero: l’orgoglio di chi non rinnega le proprie radici e sa che fuori dalle mura domestiche, la nostra nazionale e nazione, si vende e si vede bella per com'è realmente. Sbaglia il primo rigore, resta in attesa sperando che tutto vada bene.
E che poi, nei momenti veramente importanti, non manca all'appuntamento con il destino. Essere qui, lontana chilometri da casa, ma non essersi sentita mai italiana quanto ieri sera, è una sensazione difficile da spiegare. Non ho mai amato molto il calcio. Ma tifare per gli azzurri, mostrare i colori della mia terra sul volto non era più solo una questione sportiva, ma di libertà.
Il resto è Bonucci che esulta con noi e una notte che non dimenticheremo. Che sia un augurio perché l’Italia riparta dagli Europei a Wembley, perché creda più in se stessa e diventi una versione migliore di se, non solo in campo ma anche fuori.