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Lo Stadio Collana torna alla Regione Campania, il Consiglio di Stato respinge il ricorso della Giano

Lo Stadio Arturo Collana torna alla Regione: il Consiglio di Stato ha dato definitivamente ragione a Palazzo Santa Lucia. De Luca: “Ora la ristrutturazione”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Lo Stadio Arturo Collana
Lo Stadio Arturo Collana

Lo Stadio Arturo Collana torna di proprietà della Regione Campania. Il Consiglio di Stato ha confermato quest'oggi la decadenza della società Giano, che aveva la concessione dell'impianto, con sentenza numero 7491/2023, mettendo così la parola fine ad una lunga vicenda processuale tra le due parti in causa. La società ora dovrà restituire con effetto immediato l'impianto sportivo a Palazzo Santa Lucia, che nei giorni scorsi aveva presentato il progetto di ristrutturazione dello stadio.

De Luca: "Finalmente, ora subito la ristrutturazione"

"Si conclude finalmente una vicenda giudiziaria che è stata un vero e proprio calvario", ha commentato Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, "e finalmente possiamo intervenire sullo storico impianto del Vomero con il progetto che è già pronto e che abbiamo presentato pochi giorni fa. Ora l'obiettivo è stringere al massimo i tempi per dotare il Vomero e la città di Napoli di un moderno e funzionale stadio polivalente, dotato di servizi e di parcheggi, da destinare alle diverse discipline sportive innanzitutto per i ragazzi e le ragazze del quartiere", ha concluso De Luca.

Una delle Tribune dello Stadio Collana in un rendering del progetto
Una delle Tribune dello Stadio Collana in un rendering del progetto

Il lungo iter giudiziario

Lo stadio era stato affidato nel 2017 dalla Regione Campania alla società Giano, che aveva come soci di maggioranza gli ex calciatori azzurri Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara, con il costruttore Paolo Pagliara. Nel 2018 i due calciatori uscirono dalla società, che restò al solo a Pagliara. Utilizzato per le Universiadi di Napoli del 2019, con lavori di ristrutturazione per un importo pari a circa 6 milioni di euro, dopo il lockodown la Regione Campania, con due distinti provvedimenti commissariali del 14 maggio e del 13 agosto 2021, decise però di revocare la concessione per vari motivi. Tra questi, perché a suo dire con l'uscita dei due calciatori si era passati da una società senza scopo di lucro a una con scopo di lucro e perché i lavori non sarebbero stati eseguiti con gara pubblica, ma a trattativa privata, affidandoli a "quello poi nel tempo divenuto socio di maggioranza ossia la Pagliaro costruzioni s.r.l", come scrivono i giudici amministrativi. La revoca venne poi confermata con decreto dirigenziale del 9 settembre 2021, ma venne impugnato dalla stessa Giano al TAR della Campania, che aveva rigettato il ricorso. La società ha fatto appello al Consiglio di Stato, contestando anche il difetto di giurisdizione e presentando anche ricorso alla Corte di Cassazione. Alla fine, la parola finale è stata scritta oggi, nella sentenza numero 7491/2023 che mette dunque la parola fine al lungo iter giudiziario.

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