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Lo scontro finale De Luca – Schlein agita i consiglieri del PD: chi vota per il terzo mandato è fuori

È lo scontro finale tra Schlein e De Luca. Da Roma avvertono: chi vota il terzo mandato non sarà ricandidato. Il presidente minaccia: se non passa mi dimetto e si vota subito. Il Pd e il governatore separati per sempre.
A cura di Antonio Musella
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Sono ore tesissime sia nella sede della Regione Campania al Centro Direzione di Napoli, sia a Roma, a Largo del Nazzareno nelle stanze della segreteria nazionale del Partito Democratico. Mai lo scontro tra i vertici del partito e Vincenzo De Luca aveva raggiunto un tale livello. Martedì 5 novembre andrà in aula al consiglio regionale della Campania il provvedimento che permetterebbe a Vincenzo De Luca un terzo mandato, per farlo approvare serviranno 26 voti favorevoli. Elly Schlein ha dichiarato apertamente che il Pd non sosterrà Vincenzo De Luca, né nella votazione del provvedimento per il terzo mandato ma soprattutto, ed è questa la rottura definitiva, non lo sosterrà alle elezioni regionali dell'anno prossimo. La votazione in consiglio regionale viaggerà sul filo di lana, nonostante la trattativa ad oltranza messa in campo da De Luca e dai suoi fedelissimi con i consiglieri regionali del Partito Democratico. Loro potrebbero essere l'ago della bilancia, ma votare il provvedimento significherebbe dire addio alla ricandidatura.

Pugno di ferro di Schlein: nessuna candidatura a chi disobbedisce

L'input che la segretaria nazionale ha voluto lanciare è stato chiarissimo e l'ha fatto in Tv a più riprese, prima a "Piazza Pulita" su La 7, poi a "Che tempo che fa" sul 9, prima ha detto che "nessuno è indispensabile" e poi ha rincarato dicendo che De Luca deve abituarsi al cambiamento. Insomma l'indicazione è categorica e non è mai stata così netta negli ultimi anni: Vincenzo De Luca, ammesso che riesca ad ottenere i voti in consiglio regionale per potersi ricandidare per un terzo mandato, non sarà sostenuto dal Partito Democratico alle elezioni regionali che si terranno tra 11 mesi. Ora tutti gli occhi sono puntati sul voto in aula ed in particolar modo sui consiglieri del Partito Democratico. A quanto apprende Fanpage.it sulla loro posizione i vertici nazionali del partito sono categorici: chi voterà per il terzo mandato non sarà ricandidato alle prossime elezioni regionali nel Pd. Nessuna espulsione anzitempo, ma una strada segnata, ovvero la non ricandidatura. Un colpo pesante anche per "i signori delle preferenze" che siedono in consiglio regionale nel gruppo Dem. Già perché lo scenario più plausibile ad oggi è quello di una tornata elettorale che vedrà De Luca e i suoi fedelissimi, raggruppati nelle solite liste civiche d'occasione, contrapporsi sia al centro sinistra con dentro il Movimento 5 Stelle, che in Campania ha un peso elettorale di tutto rispetto, sia al centro destra unito. Difficile immaginare per chi andrà con De Luca un'elezione sicura e tranquilla in consiglio regionale, ancora più difficile immaginare una vittoria delle elezioni e quindi un ruolo da consigliere di maggioranza. Nel gruppo del Pd alcuni consiglieri sono ormai già con un piede fuori dal partito e vanno considerati a sostegno di De Luca. E' il caso di Gennaro Oliviero, al centro dell'inchiesta di Fanpage.it sul tesseramento dopato in vista delle primarie del 2023, ma anche Franco Picarone, eletto a Salerno nel feudo di De Luca e legatissimo al presidente. In bilico ci sarebbero Loredana Raia, eletta in provincia di Napoli, Maurizio Petracca, eletto ad Avellino, che tenderebbero ad un accordo con Vincenzo De Luca. Dal lato opposto potrebbe votare contro il terzo mandato Bruna Fiola, figlia dell'ex presidente della Camera di Commercio, Ciro Fiola, autore recentemente di un attacco politico notevole al presidente. Anche Massimiliano Manfredi, fratello del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, potrebbe opporsi, ed in caso contrario metterebbe nei guai la stabilità politica del Comune di Napoli amministrato dal fratello. Ma il faro più grande è puntato su Mario Casillo, il più forte tra i consiglieri regionali con le sue 42 mila preferenze raccolte alle elezioni del 2020. Fino ad ora Casillo non ha rotto con De Luca ma è stato estremamente dialogante con i vertici nazionali del partito, tanto da presenziare anche ad iniziative pubbliche della corrente di Elly Schlein a Napoli. E' su di lui che si concentreranno le pressioni maggiori. Appare davvero impossibile una dietrofront della segreteria nazionale del partito, quindi Casillo dovrà decidere se restare nel Pd oppure mettersi di fatto fuori, dopo aver ricoperto per oltre 15 anni incarichi politici nei Dem.

In aula la forza di De Luca sono i cosiddetti "civici"

Per permettersi un terzo mandato De Luca ha tentato un escamotage, ovvero il recepimento da parte del consiglio regionale della Campania della legge nazionale che impone i due mandati per i presidenti di Regione. Una legge del 2004, mai recepita dalla Campania, e che definisce che il secondo mandato parte dal momento in cui il consiglio regionale recepisce la legge. Una scorciatoia che seppure venisse votata, dovrebbe però passare l'esame della giustizia amministrativa. Difficile infatti non prefigurare un ricorso fino al Consiglio di Stato su un atto così importante, e su un escamotage amministrativo palesemente studiato a tavolino. I fedelissimi però hanno già fatto sapere che sosterranno De Luca fino alla fine. D'altronde, in un centro sinistra che si fonderà sull'alleanza Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, appare assai difficile immaginarsi il proliferare di pseudo liste civiche per permettere l'ingresso degli attuali deluchiani. Alle ultime regionali De Luca mise su quasi una decina di liste civiche, dalla sue personali "Napoli Libera" e "De Luca Presidente" fino al Partito Repubblicano, Liberaldemocratici e Fare Democratico. Uno schieramento che ha prodotto la presenza in consiglio di quelli che voteranno il terzo mandato: si va da Giovanni Zannini, recentemente inquisito per corruzione e concussione dalla Procura di Santa Maria Capua a Vetere, a Giovanni Savastano, al centro dell'inchiesta sulle cooperative ed il voto di scambio della Procura di Salerno, passando per Luca Cascone, indagato nell'inchiesta che ha portato all'arresto del Sindaco di Paestum Franco Alfieri, fedelissimo del governatore, ed al centro delle vicende legate agli appalti per il Covid in Campania, fino a Pasquale Di Fenza, oggi con Calenda, e i consiglieri di Italia Viva, Alaia, Iovino, Pellegrino e Santangelo. Questi consiglieri si giocano il loro stesso futuro. Per loro ci sarà poco spazio nel centro sinistra e anche in una futura coalizione deluchiana che andrebbe contri tutti, l'elezione dovranno sudarsela. Ma non hanno altre scelte.

Il ricatto di De Luca: dimissioni e subito al voto

A quanto apprende Fanpage.it il ricatto che De Luca starebbe agitando in queste ore davanti ai consiglieri titubanti sul voto è quello delle elezioni anticipate. Se non possa il terzo mandato, De Luca si dimetterebbe e manderebbe la Campania al voto subito. Impossibile un accorpamento con le elezioni previste in Umbria ed Emilia Romagna il prossimo 17 e 18 novembre, più probabile una tornata elettorale in primavera. Un'anticipazione di diversi mesi rispetto alla fine naturale del mandato che porterebbe la Campania alle urne per le elezioni regionali nel mese di settembre del 2025. Questo potrebbe sballare, e non ti poco, i piani del centro sinistra che da qualche ora è ufficialmente a caccia di un candidato presidente per la Campania. Due o tre mesi sarebbero un tempo molto esiguo per una campagna elettorale da iniziare da zero e per la formazione di liste competitive. De Luca invece sembra avere già tutte le truppe compatte e pronte, si votasse domani o a settembre 2025, i deluchiani sono quelli, già pronti per la campagna elettorale. Italia Viva di Matteo Renzi sembra aver già sciolto la riserva per sostenere De Luca, da definire la posizione di Azione di Calenda, ma non è da escludere la possibilità di un sostegno al governatore uscente. Il Pd invece proverà a riproporre il campo largo che sostiene Gaetano Manfredi al Comune di Napoli, partendo dall'alleanza con il Movimento 5 Stelle mai sperimentata in Regione, e che garantirebbe l'unione dei due partiti più competitivi, insieme a Fratelli d'Italia, sul territorio. Nel centro destra intanto si fregano le mani, perché lo scenario di un Pd avversario di De Luca toglierebbe voti anche ai dem, favorendo un centro destra quasi mai competitivo negli ultimi decenni in Campania tra elezioni al Comune di Napoli e regionali. La sfida in quel campo è tra Fulvio Martusciello (Forza Italia), Edmondo Cirielli (Fratelli d'Italia) e Gianpiero Zinzi (Lega).

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