Lino, il primo infermiere del Cotugno contagiato dal Covid: “Mi vaccino per gli scettici”
Lei è stato il primo infermiere contagiato durante l'ondata di marzo all'ospedale Cotugno. Com'è cambiata la sua vita?
«È un'esperienza che effettivamente ti cambia. Non solo a livello professionale, ma anche a livello personale. Io ho fatto molta fatica a rientrare a lavoro dopo essermi ammalato. Ho continuato a lavorare nella cosiddetta "seconda ondata", però in effetti non ero più me stesso. Le paure mi hanno accompagnato per tantissimo tempo. Incubi, un po' di ansia, un po' di tutto. Il vaccino per questo lo vedo anche come una soluzione a questo tipo di problema personale che ho dovuto affrontare. Ora sto lavorando al Monaldi(stessa azienda ospedaliera del Cotugno ndr) da un paio di mesi. Ho scelto di cambiare per un po', di allontanarmi dalle malattie infettive in generale, anche perché Covid a parte venivo da 20 anni di esperienza con HIV, tubercolosi, le altre piccole pandemie che ci sono state negli anni scorsi. Sto continuando a lavorare, in un altro settore in modo diverso rispetto a prima»
Lei quindi si vaccinerà?
«Sì, perché è un dovere etico oltre che di salute pubblica. Quindi non ho nessuna remora, nessuna indecisione. E quindi lo faccio con piacere e invito tutti quelli che hanno dubbi e perplessità, a informarsi sui siti accreditati chiaramente. Mi vaccinerò venerdì»
Lei ha avuto il Covid qualche mese fa e venerdì si vaccinerà. Non ha quindi sviluppato anticorpi?
«Io ho sviluppato pochissimi anticorpi sin da subito. Il mio titolo anticorpale è sempre stato basso, anche quando ero malato. Quindi ragion per cui, non sono mai stato protetto dopo la malattia. Ma anche chi ha gli anticorpi molto alti, non è un'immunità che dura in eterno. Il titolo anticorpale poi comincia a scendere»
Quale sarà la prima cosa che farà quando le verrà somministrata anche la seconda dose del vaccino?
«Bisogna far chiarezza: La prima dose è un passo. Un po' di immunità si acquisisce qualche giorno dopo la seconda dose. Se non facciamo il primo passo non ci muoviamo mai e quindi è importante farlo. Io lo faccio con la consapevolezza di andare verso la soluzione del problema. Sono molto fiducioso. Nelle vaccinazioni in generale e in particolar modo in questo caso. Perché si è detto tanto sulla libertà che ci veniva negata in questo periodo. Ecco, questo è un modo per riacquisire la libertà. Bisogna vederla in questa ottica. Non so cosa farò dopo la vaccinazione. Quello che mi sono prefisso è di continuare a stimolare le persone che hanno dei dubbi su questa cosa. Io sto cercando nel mio piccolo di portare il ragionamento su binari che riguardano la soluzione. Il vaccino deve essere visto come la soluzione, non come un pericolo».