L’infermiere che lotta contro il Covid in terapia intensiva: “Avvilente menefreghismo di tanti”
Un infermiere è seduto su un letto vuoto. Uno dei pochi, visto che i contagi sono in salita. È bardato, difficile riconoscerlo sotto la tuta bianca che abbiamo imparato a far rientrare nella nostra quotidianità. Le braccia conserte, l'unica cosa visibile sono gli occhi di chi è stanco. Quell'infermiere non ha neanche 30 anni eppure da un anno lotta contro il Covid, senza sosta, insieme ai suoi colleghi. E proprio per questo si lascia andare sulla sua pagina Facebook perché è stanco.
"È AVVILENTE. È avvilente non avere la più pallida idea di quando questa storia potrà finire. È avvilente non ricordare quasi ormai quando è iniziata. È avvilente il numero dei casi in continuo aumento. È avvilente l'aggressività di queste varianti. È avvilente l'abbassamento dell'età media interessata. È avvilente dover dire ad un ragazzo di 26 anni che tutto va bene, ma che dovrà essere intubato. È avvilente dover dire ad un padre di 2 bimbi di soli 40 anni che sicuramente rivedrà i suoi piccoli con un nodo alla gola, prima di addormentarsi. È avvilente continuare a vedere persone che ci lasciano. È avvilente il continuo menefreghismo di tanti. È avvilente la stanchezza psicologica con la quale sto, personalmente, come tanti colleghi vivendo questo momento. SONO AVVILITO…"
Un lungo sfogo sui social che diventa una preghiera: Non abbassare la guardia, non pensare che il virus sia sparito. Negli ospedali continua la lotta e purtroppo salgono i ricoveri. Flavio De Cicco, l'autore del post, è uno dei più giovani infermieri dell'Azienda Ospedaliera dei Colli. È in forze all'ospedale Monaldi, ogni giorno. È stato tra i primi a sottoporsi al vaccino, lo scorso dicembre, senza remore. L'ha fatto perché non avrebbe mai più voluto sentirsi stanco e avvilito, come nella foto che ha pubblicato, nella speranza che almeno le sue di parole, possano essere ascoltate.