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Il crollo alla Vela Celeste di Scampia

L’infermiera che ha soccorso le 7 bimbe ferite nel crollo della Vela Celeste: “Mai sentita così inerme”

L’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” rende nota la testimonianza di una infermiera di turno al Pronto Soccorso dell’ospedale Santobono la notte in cui c’è stato il crollo della Vela Celeste a Scampia, in cui sono rimaste ferite anche sette bambine.
A cura di Valerio Papadia
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Il dramma del crollo di un ballatoio alla Vela Celeste di Scampia nella tarda serata di lunedì, nel quale sono morte tre persone, espresso nelle parole di chi l'ha vissuto. È dolorosa ed emozionante la testimonianza di una infermiera di turno al Pronto Soccorso dell'ospedale Santobono di Napoli la notte del crollo: nel nosocomio pediatrico, infatti, sono state ricoverate le sette bambine ferite nella tragedia, due delle quali sono in gravi condizioni. L'infermiera ha affidato all'associazione "Nessuno tocchi Ippocrate" il racconto di quei minuti concitati.

L'infermiera racconta di aver udito, insieme a una collega, dei clacson insistenti all'esterno del Pronto Soccorso e di aver pensato si trattasse di una normale febbre. Una volta uscite, però, le due infermiere capiscono che la situazione è grave. Ecco come prosegue il racconto:

“Codice rosso, codice rosso, è caduto un ballatoio della vela celeste stanno un sacco di bambini” urlano i due uomini che portavano le due bambine, io e Federica le guardiamo in volto, sporche di terra e calcinacci, lacrime e sangue, la paura negli occhi, suoniamo il pulsante di emergenza senza conoscere nemmeno la gravità della situazione, le portiamo nella stanza dei codici rossi, corrono tutti i miei colleghi, medici e infermieri, come una mandria ci siamo riversati tutti sulle piccole, parametri, accesso venoso, farmaci, ossigeno, sangue

Purtroppo, però, quelle prime bambine sono soltanto le prime. Successivamente, infatti, al Pronto Soccorso arrivano anche altre bimbe ferite nel crollo:

Arriva un’altra macchina, suonando all’impazzata come quella di prima. Corro fuori, un signore mi aiuta a tirare fuori M., il suo femore era totalmente staccato dal bacino, un frammento era quasi esposto, la portiamo insieme all’interno “prendete una barella”, la appoggio sopra e nemmeno il tempo di girarmi eccole arrivare tutte, una dietro l’altra, sette bambine terrorizzate, sporche, bagnate, insanguinate. Mai in cinque anni di pronto soccorso mi sono sentita più persa, più inerme, più vuota, era tutto così surreale. Non dimenticherò mai quei volti ricoperti di paura, le lacrime, lo shock sul viso di chi era presente e ha visto tutto

Sette bambine in codice rosso, tutte insieme, sono troppe per chi è in turno a quell'ora al Pronto Soccorso. Scatta così l'emergenza, accorrono medici e infermieri da altri reparti, alcuni anche da casa, perfino le guardie giurate danno una mano per quel che possono. A loro, a tutti loro, l'infermiera vuole fare un plauso, dichiarandosi orgogliosa di poterci lavorare fianco a fianco:

In un attimo eccoli arrivare tutti, i miei colleghi dalla rianimazione, pediatria d’urgenza e chirurgia, pediatri dai reparti, neurochirurghi e rianimatori reperibili da casa, primari, ecografisti correre durante la notte con un unico scopo, aiutare. Ho visto i miei colleghi del pronto soccorso spendere tutte le loro forze per essere rapidi, professionali, preparati e impeccabili nonostante il caos, colleghi degli altri reparti, infermieri, oss e medici prodigarsi per un’emergenza che non era la loro “perché se ci siete voi ci siamo tutti”, ho visto le guardie giurate che avevano finito il turno trattenersi oltre l’orario a pulire le bambine dai calcinacci e a spostare le barelle per fare spazio, ho visto specializzandi accanto alle bambine vigili che le accarezzavano e le rasserenavano nei limiti del possibile

Il post dell'infermiera che, insieme a tanti colleghi e colleghe, ha soccorso le sette bambine ferite nel crollo della Vela Celeste di Scampia, si conclude così:

Non sono troppo poetica quando dico che il mio lavoro è una missione e non immaginerei mai di svolgerla con persone migliori di quelle che sono accanto a me ogni giorno, quindi grazie ad ognuno di voi perché mi fate scoprire, in ogni turno, che a volte anche un granello di sabbia può fare una differenza enorme

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