L’incredibile spettacolo dei fuochi d’artificio che illuminano il Capodanno a Napoli
La città di Napoli ha salutato il nuovo anno con cenoni, balli e canti. Allo scattare della mezzanotte, però, tutti i festeggiamenti si sono interrotti per fare spazio a una delle tradizioni partenopee più note: i fuochi d'artificio. Uno spettacolo corale fatto di suoni e di luci che illuminano il cielo notturno per pochi attimi, regalando così ogni volta un'opera diversa. Ed è proprio partendo da questo scenario unico che 13 anni fa il fotografo Mario Amura ha dato vita al progetto Napoli Explosion che dallo scorso 14 dicembre, fino all'1 aprile 2024, è possibile ammirare al Museo e Real Bosco di Capodimonte.
"Con i fuochi si esorcizza la paura che il Vesuvio possa esplodere"
Curata dal direttore generale Sylvain Bellenger, Napoli Explosion è il regalo di Capodanno che il Museo di Capodimonte ha voluto donare a Napoli. Si tratta di una mostra composta da 37 opere, gli scatti che Amura ha fatto negli ultimi 13 anni. "Con i fuochi d'artificio i napoletani esorcizzano la paura che il Vesuvio possa esplodere", ha spiegato il fotografo partenopeo.
Ogni 31 dicembre, quindi, Amura sale sul Monte Faito per avere la miglior vista possibile del vulcano che sovrasta la città. Una volta lassù, il fotografo 50enne cattura con le sue macchine "questa sorta di esorcismo contro le forze inumane del vulcano, del destino". Quello che emerge in questo lavoro non è più la solita immagine del vulcano che getta lava, ma è il Vesuvio che si fa ombra silenziosa sommersa dall’esplosione dei fuochi d'artificio.
Trasformare la paura in gioia
Bellenger, invece, ha voluto sottolineare come dal suo punto di vista "l'ossessione" e la "determinazione" dimostrate da Amura lo abbiano "davvero intrigato". Anche perché il tema principale della mostra, ha continuato il direttore del museo, "non è il Vesuvio, ma la città sommersa da fuochi d'artificio capaci di trasformare la paura in gioia".
Come ha sottolineato lo storico dell'Arte, nonché presidente del Comitato Scientifico del Louvre, Salvatore Settis "durante la notte del passaggio al nuovo anno Napoli è popolata da migliaia, decine di migliaia, forse centinaia di migliaia di persone che fanno esplodere questi fuochi di artificio". Ciascuno di loro, o con un singolo petardo o con l'esplosivo più bello di tutti, "non sa che sta contribuendo a un'opera pittorica".