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L’inchiesta sulla sorte di Bardellino da un atto di nascita di una bimba col padre inesistente

Nel 2003 la moglie del fondatore dei Casalesi presentò un atto di nascita di una bambina indicando come padre “Marco Bardellino Diana”, risultato inesistente.
A cura di Nico Falco
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Foto segnaletica di Antonio Bardellino
Foto segnaletica di Antonio Bardellino

L'atto di nascita di una bambina, presentato nel 2003 dalla ex moglie di Antonio Bardellino, è stato il punto di partenza dell'inchiesta sulla morte del fondatore del cartello dei Casalesi, dichiarato ufficialmente morto nel 2018, con data del decesso stabilita nel 26 maggio 1988. Il capo dei capi della malavita organizzata del Casertano sarebbe stato ucciso nella sua villa di Búzios, in Brasile, durante la faida che vide la sua fazione soccombere contro quella emergente di Francesco Sandokan Schiavone e quello che sarebbe stato il suo assassino, Mario Iovine, fu ucciso nel 1991 a Cascais, in Portogallo. Negli anni, però, diverse le ipotesi secondo cui Bardellino non sarebbe stato ucciso, come evidenziato anche in una sentenza del 2002 del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, secondo cui non c'era prova processuale dell'omicidio ma, piuttosto, di un accordo con Iovine.

L'atto di nascita col padre inesistente

Il documento era stato presentato nel 2003 a Formia dalla moglie di Bardellino per attestare la paternità di una bambina nata quando il boss era ancora vivo. La donna aveva avuto col boss altri due figli, ai quali aveva però scelto di non dare un cognome così pesante. Per la bambina, invece, nel 2003 aveva deciso di indicare come padre tale Marco Bardellino Diana. Che, però, è risultato inesistente: il certificato era stato acquisito da un ufficiale della Guardia di Finanza (poi deceduto per cause naturali) che, esaminando i database dei Comuni, non era riuscito a trovare in nessun atto di nascita né in altro tipo di documento tracce di quest'uomo.

E c'è un'altra coincidenza che ha insospettito gli inquirenti: se uno dei due cognomi indicati è quello del boss, l'altro è quello della madre di Bardellino da nubile. La vicenda è stata esaminata dalle Procure di Napoli e Roma e il certificato è stato oggetto di indagini anche della Dna (col procuratore generale Giovanni Melillo e il pm antimafia Antonello Ardituro).

Le indagini sulla morte del capoclan Antonio Bardellino

Secondo la sentenza del maxiprocesso Spartacus, e anche secondo le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone, Mario Iovine avrebbe ucciso Bardellino nel 1988 per vendicare la morte del fratello Domenico. Il corpo, però, non è stato mai ritrovato. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno trovato altri elementi che sembrerebbero suggerire che il boss non sia stato ammazzato ma che sia scappato in Sudamerica. E intrecciata a Bardellino pare essere anche la vicenda del boss Santino Laudicino, inesistente ma protagonista di una pagina su Wikipedia che lo vede inserito nei contesti criminali campani, laziali e persino siciliani, e che era così finito sui giornali cartacei e online.

Nelle scorse settimane, indagando sul ferimento di un nipote, il 43enne Gustavo Bardellino, avvenuto nel febbraio 2022, la Polizia ha scoperto a Formia un vano sotterraneo, alto 1.70 metri, ricavato al di sotto di un appartamento riconducibile al capoclan e che potrebbe essere stato uno dei covi utilizzati durante la latitanza.

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