Lidi balneari e ristoranti abusivi: sequestri lungo tutta la costa della Campania
Stabilimenti balneari e ristoranti in riva al mare abusivi e in zone ad alta vocazione turistica. Quasi 82mila metri quadri di litorale sotto sequestro e che dunque sarà restituito allo Stato italiano: da nord a sud della costa tirrenica della Campania, una enorme operazione della Guardia di Finanza, denominata non a caso Playa Bonita, ha visto emergere una serie enorme di strutture per l'accesso o direttamente sulle spiagge pubbliche senza alcun diritto o concessione. Scoperta che ha fatto scattare così anche controlli dal punto di vista fiscale per quanto riguarda in alcuni casi il mancato pagamento di Imu e Tari.
Indagini che hanno visto la partecipazione del Reparto Operativo Aeronavale di Napoli ed i militari della Stazione Navale di Napoli e Sezione Operativa Navale di Salerno, oltre a personale dell'Agenzia delle Entrate e dell'Agenzia delle Dogane. "Una operazione che in gergo si chiama "Alto Impatto" e che ha riguardato vari punti della costa campana", ha spiegato a Fanpage.it il maggiore Nicola Amoroso, "e ci ha permesso di mettere sotto sequestro 82mila metri quadri demaniali. Dopo le dovute bonifiche, le aree occupate abusivamente verranno restituite ai comuni e dunque allo Stato italiano". I controlli hanno riguardato infatti l'intera costa tirrenica della Campania: dalla foce dell'Agnena a Caserta e via via scendendo attraverso il litorale domizio, la costa partenopea e vesuviana, fino a quella salernitana del Cilento e della Piana del Sele, arrivando anche a Paestum Capaccio ed Ascea Marina.
Complessivamente, sono state scoperte 12 strutture mai accatastate e che non avevano mai pagato né l'Imu né la Tari tra il 2018 ed il 2022, per una cifra complessiva pari a 1 milione e 760 mila euro. Non solo: in altri stabilimenti balneari e ristoranti, sono state riscontrate varie irregolarità finanziarie che hanno fatto scattare altri 100mila euro di multe varie. Complessivamente, al termine dell'operazione, sono state denunciate 61 persone che, a vario titolo, dovranno rispondere di reati urbanistici ed ambientali, nonché per occupazione abusiva del demanio marittimo e fluviale, con strutture potenzialmente pericolose dal momento che, spiega la Guardia di Finanza, sono state realizzate in aree già notevolmente compromesse dal punto di vista idrogeologico.