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Whirlpool chiude a Napoli, la rabbia degli operai

Licenziamenti Whirlpool Napoli, si mette male: il Tribunale respinge il ricorso dei sindacati

In meno di 24 ore per gli operai dell’azienda di elettrodomestici Whirlpool di Napoli, sotto licenziamento, sono arrivate due pessime notizie che preludono alla chiusura definitiva dello stabilimento di via Argine e del rapporto di lavoro coi 321 lavoratori dello stabilimento campano. Proclamate proclamato 2 ore di sciopero degli operai delle altre filiali.
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In meno di 24 ore per gli operai dell'azienda di elettrodomestici Whirlpool di Napoli, sotto licenziamento, sono arrivate due pessime notizie che preludono alla chiusura definitiva dello stabilimento di via Argine e del rapporto di lavoro coi 321 lavoratori dello stabilimento campano. Oggi il Tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di condotta antisindacale avanzata dalle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici contro la multinazionale di elettrodomestici ‘bianchi' (lavatrici, frigoriferi eccetera) per il licenziamento collettivo.

Ieri, invece, ad una parte degli operai è arrivata la temuta raccomandata con la formale comunicazione del recesso del rapporto di lavoro, quella che si definisce «lettera di licenziamento». La lettera peraltro testimonia quanto l'azienda voglia liberarsi alla svelta dei dipendenti, esonerandoli anche dal periodo di preavviso:

Con la presente, Le comunichiamo il recesso della nostra società dal rapporto di lavoro con lei intercorrente con effetto immediato al ricevimento della presente, esonerandola dal prestare attività lavorativa durante il periodo di preavviso contrattualmente a lei spettante.

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Licenziamenti Whirlpool, cosa ha detto il giudice del lavoro

Secondo il giudice del lavoro di Napoli, Maria Rosaria Lombardi, «non sussistono i presupposti per ritenere fondata la domanda di responsabilità aggravata per abuso dello strumento processuale».  Il giudice evidenzia che la società:

al fine di mantenere i livelli occupazionali si sia attivata nell'agosto del 2019 nel ricercare soluzioni, coinvolgendo le organizzazioni sindacali, mediante la cessione del ramo di azienda anche con la riconversione aziendale. L'essersi adeguata poi, al diniego manifestato dai lavoratori e dai sindacati, di certo evidenzia la correttezza delle relazioni sindacali e il peso che le sigle ricorrenti hanno avuto nelle trattative.

Deve pertanto ritenersi che non sia espressione di antisindacalità il comportamento avuto dalla resistente, che non ha proseguito sin dal maggio del 2019 negli investimenti, così come previsto dal piano, e che ha cessato l'attività produttiva nel sito dal primo novembre 2020.

Lello Ferrara, avvocato della Fiom-Cgil nella causa contro la Whirlpool per condotta antisindacale, commenta la sentenza:

 Il decreto in questione ci lascia totalmente insoddisfatti, non solo dal punto di vista dell'esito del giudizio, ma ancor più per le argomentazioni e le motivazioni addotte, che vedono recepite totalmente e acriticamente le tesi difensive della società, trascurando e non prendendo in esame, quantomeno correttamente, le argomentazioni in fatto e le conseguenti questioni giuridiche poste a base del ricorso.

Basti pensare  che l'intero provvedimento risulta basato sul principio della ‘libertà di iniziativa economica' previsto in Costituzione che, a detta del Giudice, "non può essere vincolato se non per volontà dell'avente diritto", che è quanto esattamente avvenuto nel nostro caso, laddove la società ha vincolato tale sua libertà, impegnandosi alla realizzazione dei piani industriali all'interno dei quali vi era anche il sito produttivo di Napoli, tranne poi non effettuare alcun intervento o investimenti per quest'ultimo. Anzi chiudendolo definitivamente.

Oggi 4 novembre in azienda a Napoli convocata assemblea dei lavoratori ad horas per decidere ulteriori iniziative di protesta;  i sindacati di categoria (Fim, Fiom e Uilm) hanno proclamato 2 ore di sciopero, a fine turno, dei lavoratori del sito di Cassinetta.

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