Licenze bloccate a Napoli a bar e ristoranti, il primo stop è per Scaturchio a San Gregorio Armeno
Primo stop all'apertura di un bar pasticceria a via San Gregorio Armeno, dopo il vincolo sulle licenze posto dall'amministrazione Manfredi per tutelare il centro storico Unesco e la strada dei pastori dei Decumani. Si tratta della pasticceria "Scaturchio", uno dei marchi della ristorazione più famosi di Napoli. La delibera 246 del 20 luglio scorso, infatti, ha bloccato le autorizzazioni per le nuove inaugurazioni per i prossimi 3 anni: a San Gregorio Armeno possono esserci solo le botteghe artigiane dei presepi. Il punto vendita di Scaturchio era stato inaugurato questa mattina. Oggi pomeriggio gli agenti della Polizia Locale sono stati nel locale e l'attività ha chiuso le porte di ingresso poco dopo.
A San Gregorio Armeno bloccata l'apertura di Scaturchio
Il Comune di Napoli, oggi, ha fermato la prima attività, come ha spiegato Palazzo San Giacomo in una nota. Si tratta dell'apertura di un punto vendita della pasticceria “Scaturchio” di piazza San Domenico Maggiore, uno dei marchi più noti e prestigiosi della città nell'ambito della somministrazione. Fanpage.it ha contattato Scaturchio per una replica ed è in attesa della risposta.
Il Comune di Napoli stava lavorando da molti anni ad un progetto per tutelare le attività produttive storiche del territorio, e San Gregorio Armeno in particolare, come avvenuto anche in altre città. In questo caso, ha inteso applicare rigorosamente la nuova delibera. Nel comunicato del Municipio si legge:
Prima concreta applicazione della nuova disciplina voluta dal sindaco Manfredi a tutela del centro storico Unesco. Gli uffici comunali – in applicazione della norma adottata per la limitazione delle apertura di attività di somministrazione – hanno impedito l’apertura di un'attività di somministrazione in via San Gregorio Armeno. Tale zona, a vocazione storicamente artigianale per la presenza dei presepiai, è particolarmente protetta dalla disciplina del commercio entrata in vigore a fine luglio 2023.
La Scia presentata risulta infatti inefficace poiché non è prevista alcuna norma transitoria per la zona di specifica tutela di San Gregorio Armeno. Qui, il blocco triennale riguarda tutte le attività che non sono direttamente connesse alla produzione o vendita legata alla lavorazione artigianale dei pastori, in modo da preservarne l’autenticità.
Perché il Comune ha bloccato le licenze di bar e ristoranti in centro per 3 anni
Ma perché la delibera prevede il vincolo sulle licenze al centro storico? Negli allegati al documento, si legge che è
“necessario raggiungere un equilibrato sviluppo delle attività commerciali, al fine di evitare fenomeni di concentrazione e di macroscopica crescita di attività nel campo del food and beverage, a scapito di altre tipologie di attività caratteristiche dei luoghi, quali botteghe e attività artigianali, che appartengono alla storia e alle tradizioni cittadine e rischiano di scomparire (segnate da una forte e perdurante crisi economica scaturita da varie cause e, da ultimo, dalla recente pandemia da COVID-19)”.
Il vincolo su San Gregorio Armeno viene trattato al comma 2 dell'articolo 3 sulle limitazioni, nel quale si dice che:
In Via San Gregorio Armeno, il Comune di Napoli interdice, oltre l’apertura delle attività indicate al comma precedente, e fatto salvo quanto stabilito al successivo art. 5, anche le ulteriori nuove attività non rientranti tra quelle di produzione e/o vendita richieste da operatori iscritti all'albo artigiani per "lavorazione pastori".
Negli articolo 5 e 10 vengono introdotte eccezioni e norme transitorie, come nel caso di chi, prima dell'entrata in vigore della delibera, abbia già presentato la Scia e sia avanti con i lavori. Tuttavia, riguardano solo il primo comma dell'articolo 3, mentre il comma 2, quello relativo a San Gregorio Armeno, appunto, non viene incluso.
Il caso, comunque, resta spinoso. In primo luogo perché Scaturchio è un marchio storico e apprezzato della città, non certo una friggitoria o un fast food. Mentre anche l'amministrazione Manfredi aveva assicurato che “chi aveva fatto degli investimenti sarebbe stato tutelato”.