Libreria chiusa per la recita dei figli. I genitori-librai di Vico Equense lo rifanno: “Siamo coerenti”
Giovanna e Raffaele lo avevano detto un anno fa. Anzi lo avevano proprio scritto: «Questi giorni non torneranno e noi non possiamo perderli». E così, l’antivigilia di Natale del 2022 abbassarono temporaneamente la serranda della loro bella libreria Ubik di Vico Equense, uno dei posti più belli della Penisola Sorrentina, per godersi la recita scolastica dei figli. L’episodio fece parlare molto: nel periodo post-pandemico la discussione sui tempi di lavoro che confliggono, anzi fagocitano, quelli di vita familiare è intensa; si parla di smart working tuttavia non tutte le aziende sono propense a concederlo ai loro dipendenti; in alcuni casi poi lavorare da casa non è possibile; se hai una libreria devi stare a contatto coi clienti-lettori, creare un legame per fidelizzarli. Ed è il caso della Ubik di Vico che ha un denso programma di incontri con saggisti e scrittori nel corso dell’anno.
Ma torniamo a Giovanna e Raffaele: un anno fa con un cartello dichiaravano pubblicamente che nel giorno della recita la libreria sarebbe stata chiusa perché era più importante seguire i figli. Avevano fatto una scelta.
E la scelta si è ripetuta, è stata confermata anche quest’anno. Già, perché pochi giorni fa chi passava davanti alla Ubik poteva leggere: «Non siamo recidivi, siamo coerenti! Chiusi per recita scolastica. Attenti a non perdervi i minuti mentre pensate alle ore che passano!». I bimbi dei genitori-librai, 8 e 11 anni, hanno potuto godere del supporto e degli applausi di mamma e papà durante la recita. Perché il cartello diventa una notizia è palese: il mondo del lavoro italiano non rende sempre possibile ai lavoratori dipendenti – nemmeno a quelli atipici o freelance – ottenere tempo per questioni del genere.
Il cartello dei due librai napoletani era accompagnato da una chiosa con tanto di suggerimento letterario: «Se volete saperne di più sui minuti, leggete “Soledad" di Maurizio De Giovanni». E il riferimento è alle prime pagine del nuovo romanzo dello scrittore napoletano: inserito nella saga del commissario Ricciardi. Parlano di tempo e solitudine, concentrandosi sulla lancetta dei minuti, quella che secondo il racconto è il vero segnale del tempo che scorre, inesorabile. Dunque, la morale, è che si tratta solo di scegliere bene con chi condividere quel tempo.