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Lettera di un prof agli studenti in Dad: “Ci vedremo presto, torneremo alle nostre piccole cose”

Lettera di un professore di Scienze Naturali del Liceo Villari di Napoli ai suoi studenti: “Molte “cose” che si fanno a scuola non possono essere vissute con la didattica a distanza. A scuola ci si organizza per viaggiare e conoscere la natura, i messaggi dell’arte, le risorse paesaggistiche e architettoniche, il pensiero e il costume degli altri coetanei del mondo. Ma ci rivedremo presto e torneremo alle piccole cose di ogni giorno”.
A cura di Redazione Napoli
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Scuole chiuse almeno fino a dopo Pasqua in Campania a causa della pandemia del Coronavirus. Tanti giorni di lezione in presenza sono andati persi, mentre la didattica si svolge quotidianamente a distanza. Ma è proprio lo stesso? Per alcuni docenti il rapporto diretto con i propri studenti resta insostituibile, come per il professor Ugo Romano, insegnante di Scienze Naturali Liceo Statale Pasquale Villari di Napoli, per il quale l'osservazione e il contatto con la natura da parte degli studenti, i viaggi di istruzione,  restano fondamentali: "A scuola ci si organizza per viaggiare e conoscere i colori della natura, i messaggi dell'arte, le risorse paesaggistiche e architettoniche, il pensiero e il costume degli altri coetanei del mondo. Molte di queste “cose” non possono essere vissute con la didattica a distanza. Ma ci rivedremo presto". Scrive così il Prof in una lettera inviata a Fanpage.it che pubblichiamo di seguito:

Lettera ai miei studenti
Cari ragazzi, due parole “fatte a giro”…
l’unica cosa che non si compra sulla Terra è il tempo, ma a voi “ne tocca” ancora tanto lungo il sentiero della vita. Siate tranquilli nello spendere il tempo tra i vostri cari e nel gestire i percorsi di insegnamento-apprendimento a distanza (parola strana: spazio- dimensione virtuale “asettico” dove i 5 sensi non permettono di valutare quello che succede intorno a noi, dove è marginata la possibilità di esteriorizzare la molteplicità del proprio essere interiore, l’uomo ridotto ad una sola dimensione).
In questi momenti così difficili, costretti da un “agente invisibile” a stare in casa, potete “proteggervi” solo rispettando le regole che sono state date e trovare, dentro di voi, quella motivazione che deve “spingere” a tenere viva la curiosità e le coscienze in modo da non perdere il contatto con la Comunità Scolastica.
Sapete bene, come ho sempre detto, che per andare alla ricerca della conoscenza è fondamentale dotarsi di buona volontà, di impegno, di motivazione e di una dose di curiosità.

Si arriva ad un punto in cui studiare, ricercare e produrre non costituiscono più uno sforzo ma un puro piacere perché spinti dal desiderio di “sistemare le nostre cose”. Sarebbe bello se nel cesto della qualità della vita ci fosse soltanto una buona quantità di "consumi" intellettuali e di buoni sentimenti.
In questo tempo “sospeso” la scuola è lo specchio di un Bel Paese di separati in casa: insegnanti da una parte, ragazzi dall’altra.
Tanti sguardi sulla scuola, se ne parla, se ne scrive, se ne fanno analisi, si notano le sue necessità, il suo degrado. Tutti sanno come la scuola dovrebbe essere: pochi gli sguardi interni e molti gli sguardi esterni di coloro che credono di sapere cosa fare e intanto la scuola è e resta “sospesa” da anni.

La scuola reale ci manca, la scuola è lo spazio di tutti, nessuno escluso.

Il tempo scuola insegna a pensare, ad osservare, a riflettere, ad amare.
A scuola si parla del tempo che passa, a scuola si insegna ad accettare la fine delle cose, a ballare sulla paura, a guardare l’orizzonte dove la Terra si appunta al Cielo.
A scuola si studia il mondo contemporaneo ed il passato, si parla del dolore, dei sentimenti, dei sogni, della vita che scorre. A scuola ci si confronta, si insegna il rispetto per l’altro, si esprime il corpo, a scuola si muovono gli animi.
La scuola è una Comunità, un luogo di incontro e di dialogo educativo.
La scuola è come una pianta di allegria.

A scuola ci si organizza per viaggiare e conoscere i colori della natura, i messaggi dell'arte, le risorse paesaggistiche e architettoniche, il pensiero e il costume degli altri coetanei del mondo. A scuola si insegna la storia di ieri e di oggi, che le malattie ci sono, che le guerre ci sono. A scuola si insegna a perdere e a chiedere scusa. A scuola si insegna il rispetto per la diversità.

Molte di queste “cose” non possono essere vissute con la didattica a distanza, e lo sapete. Il tempo, lo spazio e i comportamenti vanno osservati, descritti e vissuti.
La relazione didattico-educativa “perde” di significato dentro questo spazio-tempo surreale. Sono convinto che, pur inseriti e “costretti”, nostro malgrado, in una sorta di collegamento virtuale, dovete essere in grado di capire e di gestire la relazione insegnante-discente, insegnamento-apprendimento nel miglior modo possibile.

Trattare gli argomenti delle discipline, creare le occasioni per riflettere attraverso gli strumenti offerti dal web ad ore pressappoco regolari, sentire il bisogno di non lasciarvi soli sui grandi temi: “la nutrizione, la salvaguardia dell’ambiente, la scuola del post-Sars- Cov2, l’antropocene e il capitalocene, la cittadinanza scientifica e la tecnica, il post- umanesimo” è l’imperativo categorico di ogni educatore.

Non siate vittime, non date ascolto a chi vi racconta che questo sarà un anno perso, rimandate ai mittenti ansia e timori delle ordinanze e dei colori dell'arcobaleno. Lavorate in serenità e dimostrate che potete imparare anche in questo tempo “sospeso". Adattatevi perché questo vi è toccato vivere nell’a. s. 2020/2021, anno che doveva essere ricordato per il "Piano 20.20.20 pacchetto clima e energia": limiti di emissione di anidride carbonica del 20%, riduzione di emissioni del 20% di gas serra, alzare al 20% la quota di energia da fonti rinnovabili sul Pianeta Terra, e invece sarà ricordato come l’ anno della pandemia da Sars-Cov2 e della grande crisi (sociale, politica, sanitaria, economica, climatica, in buona sostanza una sindemia).

Concentratevi sullo studio e ricordatevi che non c'è una lista di tutto ciò che possa rendervi felici, ma in questi momenti dimostrate coraggio e forza di volontà, siate da spinta alle vostre famiglie e ai vostri compagni di classe.

Ponete come obiettivo il sapere. La scuola è pronta a sostenervi.

La scuola in questo tempo “sospeso” può essere riferimento, guida e spazio dove possono volare i vostri pensieri. La scuola è pronta a prendersi cura di voi per contribuire a “contenere” le vostre e le mie incertezze e le vostre e le mie insicurezze.
La scuola è lo spazio dove è possibile essere accolti, dove è possibile confrontarsi e supportarsi attraverso la discussione, l’analisi dello stato delle cose, ed anche reinventarsi per sentirsi nuovi soggetti attivi.
Sorridete, l’adolescenza è il periodo più bello della vita.

Buon viaggio in questo tempo "costretto”. Buon viaggio in questi spazi “vuoti” sincroni e asincroni dove il virtuale avvolge il reale. Tornerà presto la possibilità di guardarci negli occhi, e come in un film, che avrà sicuramente un lieto fine, riavvolgeremo la pellicola per iniziare un nuovo percorso.

Tutti abbiamo bisogno di “qualcosa” o di “qualcuno” e quel “qualcosa” o quel “qualcuno”, molte volte, dobbiamo cercarlo dentro di noi. Riflettiamo su quello che ci è accaduto, creiamo occasioni per far emergere parole libere, parole “fatte a giro” e temi profondi, rilanciamo quello che stiamo vivendo verso aspetti culturali e artistici. Mettiamo in moto idee, intuizioni, desideri, esperienze per farle diventare opportunità e trasformarle in progetti. Riflettiamo su che scuola vogliamo costruire dopo il Sars-Cov2, non “gettiamo” via questa opportunità di cambiamento. Apriamo le porte ai sogni.

Ci vedremo presto, torneremo alle nostre piccole cose, quelle di tutti i giorni, seduti nelle nostre “nicchie ecologiche”, consapevoli che tutto non sarà come prima, ma con la certezza che molte cose potranno essere riparate, riorganizzate oltre la necessità del mercato del lavoro nei campi sotto cieli aperti e anteporre ad esso lo sviluppo delle capacità critiche per contagiare più persone possibile.

In tanti cercano la scuola del futuro… nell'ovile delle parole dovete essere voi a scegliere quelle addormentate, raccolte in cerchio e da molti abbandonate perché la scuola di oggi racconta di un paese scollato, “costretto” in solitudini, che ha bisogno di un alfabeto comune.

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