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L’enigma da risolvere: Adalgisa Gamba e l’orribile accusa di aver ucciso suo figlio

Adalgisa Gamba è accusata di aver ucciso suo figlio di soli due anni e di averlo gettato in mare. La donna era davvero incapace di intendere e di volere?
A cura di Anna Vagli
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Adalgisa Gamba
Adalgisa Gamba

Ci sono poche cose incomprensibili come l’uccisione di un figlio per mano di chi lo ha generato, di chi dovrebbe prendersene cura e che dovrebbe accompagnarlo nella crescita e nell’ingresso nella società adulta. Fa forse per questo così tanto discutere la decisione della Corte d'Assise di Napoli, che ha disposto una nuova perizia psichiatrica per Adalgisa Gamba, accusata di aver ucciso il figlio di due anni. Un figlio trovato morto proprio fra le sue braccia e il 2 gennaio 2022 su di una spiaggia di Torre del Greco.

L'autopsia non riscontrò all’epoca acqua nei polmoni del piccolo. Un dato che aveva lasciato quindi presagire che la donna lo avesse ucciso, probabilmente soffocandolo, prima di gettarlo in mare.

Adalgisa Gamba è imputata per omicidio volontario. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, la quarantunenne era convinta che il figlio fosse autistico. Una convinzione basata su di un raffronto fatto dalla stessa fra i comportamenti della sua creatura e quelli descritti su alcuni siti Internet.

Ma che cosa è accaduto davvero a questa mamma di Torre Del Greco?

Le settimane che hanno preceduto la morte del bambino, stando agli elementi in mano agli inquirenti, si sono contraddistinte da forti crisi della donna, che era evidentemente sottoposta ad eventi fortemente stressanti e priva dell'attrezzatura emotiva per gestirli. Una mamma cosciente, almeno apparentemente, dell'intrinseca volontà di liberarsi di suo figlio.

Ormai divenuto il promemoria vivente e quotidiano del suo disagio. «Non dorme, vogliamo farlo schiattare», scriveva la donna in uno dei messaggi inviati al marito. Una dimensione irragionevole non solo evidente, ma anche certificata in quelle parole di testo.  Adalgisa viveva in una situazione depressiva ormai divenuta irreparabile? Ed in questa dimensione possono davvero riscontrarsi i presupposti per il riconoscimento di un vizio totale o parziale di mente al momento del (presunto) omicidio di suo figlio?

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Adalgisa Gamba era davvero incapace di intendere e di volere?

L'incapacità di intendere e di volere della madre che si macchia il più terribile dei crimini è un costrutto sociale e ormai stereotipato. In sintesi, un costrutto che induce inevitabilmente a pensare che una donna che uccide il proprio figlio sia imprescindibilmente malata. D'altronde, il figlicidio è senza dubbio un atto innaturale quanto innominabile. La cronaca degli ultimi vent'anni ci dimostra, però, che le cose stanno diversamente.

Molte donne finiscono con l'essere animate non dall'istinto materno, ma da quello omicidiario. Nessun intrinseco e biologico amore incondizionato verso la creatura che si mette al mondo. Nessuna predisposizione all’annullamento personale per salvaguardare la vita generata.

La maternità è un'esperienza totalmente personale, che spesso porta con sé disperazione ed ansia invasiva per chi la sperimenta. Ci sono addirittura donne che non arrivano a sviluppare l'attaccamento. In questo scenario, c’è anche da tener presente come ampia letteratura scientifica dimostri che l'istinto materno neppure esiste. Al massimo, dicono gli esperti, possiamo parlare di sentimento materno. Che è diverso dal concetto di istinto e che non sempre ed incondizionatamente si instaura fra madre e figlio.

Adalgisa Gamba era davvero incapace di intendere e di volere? Quelle conversazioni cristallizzate con il marito porterebbero decisamente ad affermare il contrario. Un figlicidio non solo dichiarato, ma che sicuramente poteva essere impedito.

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