Le piscine pubbliche di Napoli sono salve, c’è l’accordo con la Federazione Nuoto sui canoni arretrati
Le piscine pubbliche di Napoli sono salve. C'è l'accordo tra il Comune e la Federazione Italiana Nuoto (FIN), affiliata al CONI, per i canoni arretrati ancora non versati. Una transazione da circa 660mila euro, in 48 rate, per sanare i debiti di occupazione senza titolo per le piscine Poerio, Dennerlein, Marco Rocco di Torrepadula, Galante, Bulgarelli, Prota Giurleo e Corso Secondigliano, ossia gli impianti sportivi natatori ex legge 219/81 di proprietà del Municipio.
La transazione firmata tra Comune e FIN
Il patto è stato siglato lo scorso 22 febbraio. Il Comune ha rinunciato a circa 26mila euro di interessi. La Fin si è accollata il grosso del debito, mentre le associazioni sportive che occupano le piscine dovranno saldare la quota restante. L'avvocatura comunale ha dato l'ok, sottolineando che la “transazione presenta validi requisiti che consentono di evitare potenziali liti e al contempo soddisfare le reciproche concessioni anche in ordine agli interessi medio tempore maturati”.
Cosa succede ora? Sullo sfondo c'è l'ipotesi che le piscine comunali di Napoli possano essere gestite direttamente dalla Fin con un accordo col Comune. Le associazioni sportive potrebbero così continuare a gestire gli impianti natatori e non sarà necessario fare un bando. Le strutture saranno rimesse a nuovo anche grazie ai fondi del PNRR e ai fondi europei.
Sul tema interviene Gennaro Esposito, presidente della commissione Sport,
Credo che la gestione degli impianti sportivi sia ad un punto di svolta. Occorre che si cambi registro e si sistemino tutte quelle situazioni che dal punto di vista amministrativo non sono chiare. Una buona gestione si fonda su rapporti definiti ed è necessario che si vada verso il modello di gestione con il coinvolgimento del CONI, delle Federazioni, degli Enti di Promozione e delle associazioni sportive. La cronica mancanza di personale nel comune ci impone dei cambiamenti nel solco del recente dlgs n. 38/2021 e del regolamento su cui stiamo lavorando ormai da mesi in comune che si spera possa essere un nuovo strumento aggiornato alle recenti modifiche.
La trattativa col Comune
Una lunga storia quella delle sette piscine comunali napoletane. Realizzate dall'ex commissario di Governo con l'ex legge 219 del 1981 del post-terremoto, furono consegnate al CONI nel 1997, con una convenzione di 6 anni rinnovabili da 250 milioni di lire. Nel 2005 fu sottoscritta una nuova convenzione con CONI Servizi spa (oggi Sport e Salute S.p.A.) per il periodo dal 2002 al 2008, poi prorogata fino a giugno 2009. Nel 2016, arriva però l'ingiunzione di pagamento da parte del Comune per risarcimento danni per occupazione sine titulo degli impianti al Coni Servizi e, in solido, al Coni, per 750mila euro.
Successivamente il Comune ha diffidato e messo in mora la FIN e le società e associazioni sportive iscritte alla Federazione che utilizzavano materialmente le piscine a pagare l'occupazione senza titolo per gli anni pregressi e per le stagioni dal 2016 al 2018.
La procedura per l'accordo con la FIN per la gestione degli impianti natatori che era stata avviata lo scorso maggio era stata poi sospesa ad inizio agosto, dopo il decesso di un operaio al lavoro nella piscina Aquila Nuoto e il successivo sequestro della struttura da parte dell’Autorità Giudiziaria. I tecnici comunali hanno poi eseguito dei sopralluoghi, su incarico dell'Asl per verificare la necessità di eventuali lavori. È stata valutata anche la possibilità di installare dei pannelli solari.