Le mani del clan Moccia anche in Puglia: arrestato ex vicepresidente del Consiglio comunale di Bari
Gli interessi economici e l'influenza del clan Moccia si estendono fino alla Puglia: tra i 52 arresti – cinque persone, invece, hanno ricevuto il divieto temporaneo di esercitare attività d'impresa – che sono stati effettuati nel corso del blitz scattato nelle scorse ore contro il clan camorristico di Afragola (Napoli) ci sono anche Pasquale Finocchio, ex vicepresidente del Consiglio comunale di Bari e Andrea Guido, consigliere comunale a Lecce.
Per Finocchio, accusato di traffico di influenze illecite, è scattata la custodia cautelare agli arresti domiciliari: la vicenda che gli viene contestata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli risale al 2017, quando Finocchio ricopriva la carica di vicepresidente del Consiglio comunale di Bari; da prime informazioni sulla vicenda – sulla quale vige ancora uno stretto riserbo – Finocchio, approfittando della sua posizione, avrebbe svolto ruolo da mediatore tra due imprenditori. Il legale di Finocchio, l'avvocato Roberto Estauchio Sisto, fa sapere che il suo assistito "si professa assolutamente estraneo alle accuse".
Anche Guido, per il quale si profila l'accusa di corruzione, è stato sottoposto agli arresti domiciliari nell'ambito del maxi blitz odierno contro il clan Moccia. Anche i fatti contestati a Guido – ora consigliere comunale all'opposizione con il centrodestra – risalgono al 2017, quando l'uomo ricopriva la carica di assessore all'Ambiente nella città salentina.
Il blitz contro il clan Moccia di carabinieri e Guardia di Finanza
Gli arresti, ad opera dei carabinieri del Ros e del Gico della Guardia di Finanza, sono scattati nelle scorse ore, dopo il provvedimento firmato lo scorso 9 aprile dal gip del Tribunale di Napoli: come detto, gli indagati sono in tutto 57, indiziati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione, favoreggiamento, tutti reati aggravati dalla finalità di agevolare il clan Moccia. Sono stati poi sequestrati anche beni mobili, immobili e quote societarie per un valore di circa 150 milioni di euro.