Le mani dei Casalesi sui supermercati Jolly e Pellicano, così il clan controllava la distribuzione
Distribuzione all'ingrosso, supermercati, allevamenti, caseifici e fabbriche, oltre a investimenti a Tenerife, in Spagna: l'indagine condotta dai carabinieri del Ros e del Nic svela un ennesimo spaccato delle infiltrazioni camorristiche nel tessuto produttivo, ricostruendo gli interessi del clan dei Casalesi in aziende e società di primo piano operanti in tutto il Casertano. Perno dell'inchiesta è la figura di Filippo Capaldo, nipote ed erede designato di Michele Zagaria "Capastorta", che tramite complici, soci e prestanomi aveva raggiunto una posizione dominante nel settore della grande distribuzione alimentare.
Il lavoro degli inquirenti ha portato a un'ordinanza applicativa di misure cautelari per 12 persone, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea; i destinatari, ritenuti intranei o collegati al clan dei Casalesi, sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e intestazione di beni con l'aggravante di avere agito per favorire la fazione Zagaria del gruppo camorristico radicato nel Casertano.
Il provvedimento è stato eseguito oggi, 22 gennaio, dai carabinieri del Ros e dalla Polizia Penitenziaria del NIC (Nucleo Ivestigativo Centrale). Tra i provvedimenti ci sono 4 misure interdittive della sospensione dell'esercizio di impresa per un anno nei confronti di 4 persone titolari di aziende riconducibili al gruppo criminale.
Le indagini sono state svolte tra il febbraio 2016 e il maggio 2019. Gli investigatori hanno ricostruito il ruolo di Filippo Capaldo, delfino di Zagaria, che fino a quando era stato sottoposto al regime carcerario del 41bis era stato alla guida del clan, assumendo una posizione dominante nella grande distribuzione alimentare con la collaborazione dei fratelli Nicola e Mario Francesco e dei complici Paolo Siciliano e Alfonso Ottimo.
Il ruolo di primo piano era arrivato con la partecipazione a numerose aziende operanti nel Casertano, tutte risultate collegate alla famiglia Capaldo. Nelle indagini spuntano i nomi della "Distribuzione Siciliano Srl", del commercio all'ingrosso di alimentari, delle catene di supermercati "Pellicano" e "Jolly Market" (21 punti vendita nella provincia di Caserta), delle aziende "Ovopiù di Gravina Giuseppe" e della "Santa Maria srl", usata per distribuire nel Casertano il latte a marchio Parmalat dopo la confisca della "Euromilk srl". Inoltre, i Capaldo avevano investito a Tenerife, dove dal 2017 avevano avviato una attività di noleggio veicoli.
È stato assolto in primo grado con formula piena perchè il fatto non sussiste il rappresentante legale della 3K Srls.