Sangiuliano e l’incognita dei tanti progetti su Napoli: dall’Albergo dei Poveri al Museo del Libro
Ad un certo punto Vincenzo De Luca ribattezzò sprezzante Gennaro Sangiuliano «il ministro delle cerimonie» prendendo a prestito il titolo di un reality tv sui matrimoni trash. Il motivo era il considerevole numero di inaugurazioni, dibattiti, presentazioni, conferenze stampa e photo opportunity in agenda per l'ex responsabile del ministero della Cultura nel territorio di Napoli e in provincia. Una scelta che celava un obiettivo politico: accreditarsi come futuro candidato del centrodestra alle Elezioni Regionali in Campania nel 2025.
Dopo il caso Maria Rosaria Boccia, lo stillicidio di interviste, lacrime, illazioni e veleni culminato con le dimissioni, per Sangiuliano l'unica porta aperta è quella del ritorno in Rai. Lì nel 2003 fu assunto per la redazione di Napoli (all'epoca era vicedirettore di Libero) scatenando le proteste sindacali nella tv di Stato. Fu poi successivamente spostato a Roma, all'Agenzia Nazionale della TgR dove poi è iniziata la sua contenibile ascesa: vice e poi caporedattore (2005), vicedirettore del Tg1 e poi, nel novembre 2018 direttore del Tg2.
Ma torniamo a Napoli, dove Genny tutti conosce e da tutti è conosciuto, fin dai tempi del "Roma" di Pinuccio Tatarella. Quando diventa ministro della Cultura e inizia a credere nella possibilità di scalare la Regione Campania, Sangiuliano ha attenzioni speciali per il capoluogo campano. Uno dei suoi pallini è Palazzo Fuga, il Real Albergo dei Poveri in piazza Carlo III che deve diventare il suo capolavoro.
Sangiuliano si lascia andare a dichiarazioni epocali: «Potrò morire sereno quando l'ex Albergo dei Poveri sarà terminato, ne ho fatto una ragione di vita». I fondi sono quelli del Pnrr, i cantieri vengono avviati in fretta. Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi stringe un rapporto istituzionale intenso con l'ex direttore del Tg2 quando vede che il ministro "posa soldi" per la città. Rapporto che – insieme all'altrettanto forte interlocuzione municipale col ministro Raffaele Fitto – colloca il nome del sindaco partenopeo nella lunga lista dei cattivi firmata De Luca.
Il progetto dell'ex Albergo dei Poveri di piazza Carlo III è avviato. Ma avrà slancio senza il ministro che lo ha voluto così fortemente? Non è la prima volta che i piani per Palazzo Fuga a Napoli si fermano. E non c'è solo quello. Gennaro Sangiuliano su Napoli e provincia ha messo a terra nel corso della sua permanenza al ministero numerosi progetti, alcuni dei quali finiti nel Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali. Il quesito è identico: questi numerosi progetti avranno la stessa attenzione del neo ministro Alessandro Giuli?
C'è «Napoli 2500», ovvero i festeggiamenti per i 2.500 anni della città di Napoli previsti nel 2025. C'è l'impegno per salvare l'immobile del cinema Metropolitan di via Chiaia dalla vendita e dalla riconversione in struttura commerciale. Sangiuliano avrebbe voluro «replicare l'operazione Pantheon di Roma» a Napoli. ovvero far pagare un ticket di 5 euro per il museo dei Girolamini.
E ancora: il piano per la tenuta borbonica di Carditello, il progetto per un Museo Nazionale del Libro e della Lettura a Napoli e la rifunzionalizzazione del deposito bus dismesso Anm “Stella Polare” e l'allestimento di un Archeolab. Poi c'è tutto il nodo delle nomine nei musei e nei parchi archeologici e il caso del Museo e Real Bosco di Capodimonte, dove il direttore Eike Schmidt, fortemente voluto da Sangiuliano, è bersagliato da critiche per aver scelto di candidarsi a sindaco di Firenze col centrodestra (poi sconfitto) e non aver ancora "messo mano" al Bosco partenopeo.