Le dieci più belle frasi di Totò, il principe della risata
Non solo un un indimenticabile artista che ha fatto del cinema italiano del Dopoguerra un'industria di enorme successo, Antonio De Curtis, in arte Totò, fu anche un poeta sensibile, un drammaturgo profondo, un raffinato scrittore dialettale. Soprattutto, Il principe della risata, è stato uno dei personaggi che hanno profondamente cambiato il nostro patrimonio culturale, tanto che alcune della sue battute e citazioni sono diventate perifrasi acquisite dal linguaggio comune. Ecco, nel vastissimo mare di frasi, gas e battute e poesie che ci ha lasciato in eredità, le dieci citazioni più belle.
#1. C'è chi può e chi non può: io può
(Da Totò Peppino e a malafemmena.)
#2. Parli come badi
(Da Totò a colori)
#3. Lei è un cretino, s’informi
(Da Totò, Peppino e le fanatiche.)
#4. La donna è mobile e io mi sento mobiliere
(Da Un turco napoletano.)
#5. Elena di Troia… Troia…Troia: questo nome non mi è nuovo
(Da L'imperatore di Capri)
#6. Ho paura, quello è un deputato
(Da Un turco napoletano.)
#7. Per avere una grazia da San Gennaro bisogna parlargli da uomo a uomo
(Da Operazione san Gennaro.)
#8. "Femmena, tu si ‘a cchiù bella femmena, te voglio bene e t'odio, nun te pozzo scurdà…"
(Da "Malafemmena", canzone scritta da Totò).
#9. "A morte ‘o ssaje ched'è?… È una livella. ‘Nu ‘rre,'nu maggistrato, ‘nu grand'ommo, trasenno stu canciello ha fatte ‘o punto c'ha perzo tutto,'a vita e pure ‘o nomme: tu nun t'e fatte ancora chistu cunte?".
(Da "A livella", poesia di Totò).
#10. Il coraggio ce l’ho. E la paura che mi frega.
(Da "Figaro")