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Le accuse dei pentiti non reggono, annullati gli ergastoli ai reggenti del clan Mallardo

Accolto il ricorso degli avvocati, la condanna era stata emessa in primo grado nel 2021 e confermata in appello nel 2023.
A cura di Nico Falco
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La Cassazione ha annullato l'ergastolo inflitto a Francesco Napolitano e Michele Olimpio, ritenuti dalla Direzione antimafia reggenti del clan Mallardo di Giugliano, cosca ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano insieme ai Contini e ai Licciardi. La sentenza era stata confermata il 6 ottobre 2023 dalla Corte di Assise di Appello di Napoli, ma gli ermellini hanno accolto il ricorso presentato dall'avvocato cassazionista Dario Vannetiello e dagli avvocati Antonio Russo, Giuliano Russo e Celestino Gentile; il procuratore generale aveva invocato l'inammissibilità per tutti i ricorsi.

A Napolitano veniva contestato di essere il mandante dell'uccisione di Mario Di Lorenzo, ammazzato per una epurazione interna al clan il 12 ottobre 1996 a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, da Michele Olimpio e da Filippo Caracallo; principale fonte di prova nei confronti di Napolitano è proprio Caracallo, successivamente diventato collaboratore di giustizia. L'accusa di omicidio era aggravata sia dal metodo mafioso sia dall'aver agito per favorire il clan Mallardo. La decisione della Cassazione ha annullato le motivazioni poste alla base della sentenza della Corte di Assise emessa ad ottobre, che aveva confermato la condanna all'ergastolo in primo grado inflitta il 12 marzo 2021. In sostanza, non hanno retto le accuse dei pentiti Filippo Caracallo e Giuliano Pirozzi nei confronti di Napolitano e di Olimpio.

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