Laura Bismuto sulla sua pagina Facebook si definisce «Donna, madre, creativa ed attivista». Ma tra le peculiarità di Laura Bismuto, ex consigliera alla Municipalità 3 e nel 2016 eletta al Consiglio comunale di Napoli con la lista Luigi de Magistris Sindaco non c'è probabilmente l'attenzione alle condizioni dei suoi concittadini, alle prese con ordinanze o ai decreti anti-Covid.
Ieri, 5 aprile, giorno di Pasquetta, la consigliera, alle ore 19.26 ha pensato bene di pubblicare sulla sua pagina Facebook una foto che apparentemente sembra una auto-denuncia di violazione della zona rossa . È ritratta (probabilmente è un selfie) in bici e scrive per accompagnare questa immagine bucolica:
Arrestatemi! Ma non potevo fare cosa più bella e liberatoria che andare in giro in bici in una città deserta con la musica nelle orecchie, il vento tra i capelli e il sole in fronte!
In realtà Laura Bismuto non ha vìolato alcuna zona rossa: può fare attività motoria-sportiva con la bici. La norma è un po' ambigua: fino a dove si può andare in bici? Cum grano salis, basta non fare il giro d'Italia.
Tuttavia in men che non si dica viene bersagliata sulla sua stessa pagina Facebook. Il motivo è semplice, è il modo in cui la fedelissima di De Magistris si rivolge ai suoi concittadini, un modo da sor Marchese del Grillo.
«Arrestatemi!», scrive. Ma ha vìolato o meno la zona rossa Covid-19? No, stando ai decreti di governo e alle ordinanze regionali. Quindi perché s'atteggia a disobbediente? Perché deve dare questo messaggio così divisivo, così arrogante? Sa che ad esempio i disabili, i paraplegici che avrebbero invece diritto mille volte in più ad un po' d'aria non possono prenderla? È una consigliera comunale: è un problema anche suo.
La consigliera comunale, nota per le sue battaglie contro i ripetitori dei cellulari, scrive in un secondo post per giustificarsi:
Ma davvero abbiamo perso totalmente la capacità di fare ironia? Di sorridere? Di scherzare? Se è così, siamo condannati all'infelicità, alla cattività, alla solitudine.
Ma ai lettori più attenti sui social non è sfuggita nemmeno l'altra frase: «cosa più bella e liberatoria che andare in giro in bici in una città deserta».
La città è deserta non perché il Comune di Napoli ha disposto un formidabile piano traffico, non perché c'è una grande domenica ecologica. Napoli è deserta perché da un anno l'Italia, la Campania, Napoli, vive con la morte che danza intorno un cupo sabba. Cinquemila morti il 23 marzo e in pochi giorni già altri 500 in più. C'è una pandemia: per questo Napoli è deserta.