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Latitante nascosto sotto il letto tra piumoni e lenzuola, arrestato a Marano

I poliziotti hanno arrestato a Marano (Napoli) un ricercato: era nascosto sotto il letto matrimoniale, in un vano segreto tra cuscini e piumoni.
A cura di Nico Falco
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I poliziotti lo hanno trovato sotto il letto, nascosto in un vano ricavato nel cassettone e coperto da piumoni e lenzuola. È finito così agli arresti Maurizio Ruffo, 56enne napoletano, destinatario di un provvedimento di carcerazione: deve scontare 8 anni e 8 mesi di reclusione per reati di droga, a stringergli le manette ai polsi sono stati gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, diretta da Alfredo Fabbrocini.

I "Falchi" della Mobile erano già da tempo sulle tracce di Ruffo, che però era riuscito sempre ad evitare la cattura; di lui si erano perse le tracce dal 21 gennaio 2022, quando nei suoi confronti la Procura della Repubblica di Palermo aveva emesso il provvedimento. Fino a venerdì mattina quando i poliziotti, durante l'ennesimo appostamento nei pressi della sua abitazione, hanno avuto la certezza che l'uomo fosse in casa. Hanno quindi circondato l'abitazione e fatto irruzione, scovando poco dopo il ricercato nascosto sotto il letto matrimoniale, in un vano che non si poteva aprire dall'esterno.

I reati contestati al 56enne risalgono al 2013. L'uomo, secondo gli inquirenti, faceva parte di una organizzazione che trafficava stupefacenti da Napoli a Palermo, scoperta nel corso delle indagini che avevano dimostrato quanto stretto fosse il legame tra le cosche mafiose e la camorra napoletana e che avevano portato, nel giugno 2013, al sequestro di 39 chili di hashish. Ruffo era stato arrestato nel settembre dello stesso anno, bloccato mentre trasportava 2,5 chili di cocaina a Palermo insieme a S. T., 48enne di Terracina. Nel 2016 era finito di nuovo in carcere, nel corso dell'operazione Soldier, e insieme a lui erano stati arrestati la donna e Domenico Capuozzo, napoletano di 59 anni, anche lui destinatario di un provvedimento di ordine di esecuzione emesso il 21 gennaio ed eseguito il 4 aprile dai Falchi della Mobile (deve scontare 15 anni e 8 mesi di reclusione).

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