L’Arcivescovo di Napoli Battaglia si insedia al Duomo e cita Terra Mia di Pino Daniele
“Terra mia, Terra mia, sono le parole di Pino Daniele che ho amato tanto”. Il nuovo Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, dal pulpito del Duomo cita il cantautore partenopeo scomparso per il discorso del suo insediamento nell’Arcidiocesi. Battaglia, che oggi ha iniziato la sua attività pastorale partendo dalle periferie, dagli ultimi e più deboli e dalla gente che più soffre, ha raccontato di essere molto affezionato alla canzone Terra Mia di Pino Daniele, perché gliela cantava un ragazzo di una comunità di nome Antonio. Proprio nelle comunità di recupero don Mimmo, calabrese di origine e per molti anni vescovo della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata dei Goti, ha conosciuto tanti giovani napoletani. “Mi piace riconsegnare il sogno di riorganizzare la speranza”, ha esordito il metropolita, che prende il posto del cardinale Crescenzio Sepe, assente alla cerimonia perché ancora convalescente dopo essere guarito dal Covid, che ha consegnato il suo saluto ad un messaggio letto dal vescovo ausiliare, Lucio Lemmo.
Don Mimmo Battaglia è il 125esimo vescovo di Napoli. “Dobbiamo riprenderci la possibilità di sognare assieme – ha detto don Mimmo – perché l'emergenza Covid ha aumentato le diseguaglianze. Dobbiamo guardare i mali della città, le tante risorse della città ma anche le emergenze come la criminalità e la droga o ancora la mancanza di lavoro. Siamo vicini a chi ha perso il lavoro e a chi è stato avviluppato dai tentacoli della camorra, capaci di intercettare il grido dei nostri ragazzi. Beati noi se sapremo costruire comunità che non lasciano indietro nessuno. La vita deve essere guardata con gli occhi di chi la vuole cambiare”.
De Magistris: “È un giorno buono”
“Oggi si insedia il nuovo arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia – ha commentato il sindaco Luigi De Magistris – È un giorno buono per Napoli, con un prete semplice e forte, carismatico con la sua umanità, da sempre vicino ai più fragili. Benvenuto Don Mimmo nella Napoli dal cuore senza limiti”.
Gli incontri con vittime e disoccupati
Don Mimmo in mattinata ha tenuto diversi incontri. Nell'ambito del pellegrinaggio nelle periferie della città ha incontrato alla stazione della Metropolitana di Piscinola la famiglia di Franco Della Corte, il vigilantes ucciso da alcuni ragazzi mentre era in servizio. Poi ha preso un caffè con la famiglia di un operaio della Whirlpool che ha perso il lavoro. Mentre a San Giovanni a Teduccio è stato ospite dell'Associazione "Figli in famiglia" dove ha incontrato una bambina che, "condividendo con tanti suoi coetanei la fatica di crescere in un territorio ferito e periferico, rappresenta per la comunità diocesana e per l'intera città un appello a farsi carico della speranza e dei sogni dei più piccoli, attraverso un'attenzione costante alle problematiche educative e sociali”.
Ai Camaldoli infine ha incontrato E. D., una ragazza nigeriana arrivata in Italia nel 2016 dopo un lungo viaggio di sfruttamento e violenze ripetute. Giunta nel nostro Paese ha scoperto di avere l'AIDS e, dopo un momento di disperazione, grazie all'accoglienza nella "Casa Famiglia Riario Sforza" della Caritas Diocesana di Napoli, gestita dalle Suore Vincenziane, si sottolinea sul sito social della Curia "ha ricominciato a sperare e a sognare. Nella carne di E. sono impresse le ferite della migrazione, dello sfruttamento e della violenza sulle donne, dell'emarginazione connessa alla malattia e allo stesso tempo la speranza di Napoli, città del mediterraneo, che si è fatta per lei casa accogliente".