L’appello di Giuseppe, accoltellato e finito in coma per uno sguardo: “Chi li conosce, parli”
"Chiedo aiuto a chi li ha visti o li riconosce, per un pelo non sono morto. Non abbiate paura, andate dalle autorità, fate i loro nomi. Chi rimane in silenzio non è meglio di queste bestie". A parlare è Giuseppe d'Agostino, il 23enne napoletano accoltellato al petto all'alba del 19 novembre davanti alla discoteca "Queen" di Pozzuoli. Operato d'urgenza, il giovane è rimasto un giorno in coma; ora le sue condizioni stanno migliorando, seppur molto lentamente vista la gravità di quella ferita.
Sul ferimento indaga la Polizia di Stato, il ragazzo ha lanciato un appello sui social in cui ripercorre quei tragici momenti:
Sabato mi sono trovato ad andare per la prima volta alla discoteca di Pozzuoli "Queen" e sono stato accoltellato al petto con una brutalità senza uguali, senza nessun motivo, solo per uno sguardo di troppo. Mi sono trovato a lottare tra la vita e la morte, perché secondo il loro punto di vista li avevo "guardati" troppo. Mi è arrivata una pugnalata mentre ero in auto, distratto, senza nessuna possibilità di reagire. Solo i vigliacchi fanno così. Per fortuna sono stato in coma solo un giorno e mi sono svegliato, perché a differenza vostra io avevo Dio con me e sono stato molto forte.
Giuseppe chiede poi di aiutare gli investigatori a identificare quel gruppo di giovani che, a quanto pare per uno sguardo, lo ha quasi ammazzato:
Sono stato colpito mentre ero distratto, addirittura mi fu detto "Mettiti in auto e vattene, non è successo niente". Chiedo solo un aiuto a chi era lì e li ha visti o li riconosce, queste sono bestie e devono marcire in galera, per un pelo non sono morto. C'erano delle ragazze con loro, non abbiate paura, andate dalle autorità, fate i loro nomi. Chi rimane in silenzio non è migliore di queste bestie.