L’appello dei lavoratori: “Salviamo il Castello delle Cerimonie. Se chiude Sonrisa è una bomba sociale”
"La Sonrisa", il ristorante-hotel di Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, noto ai più per il popolare reality show "Il Castello delle Cerimonie" potrebbe definitivamente chiudere i battenti per sempre. La sentenza della struttura di confisca per lottizzazione abusiva è esecutiva e il Comune di Sant'Antonio Abate sta procedendo in questo senso. Restano le vite delle persone: un centinaio di addetti tra camerieri, cuochi, addetti a vario titolo a cucine, sale cerimonie e stanze dell'albergo, giardinieri, manutentori, elettricisti, idraulici e ci sono oltre cento persone che potrebbero perdere il posto di lavoro.
Una bomba sociale in un territorio dove la disoccupazione è record. «Il destino dell'immobile è segnato: è diventato un immobile pubblico» ha detto il prefetto Michele Di Bari qualche giorno fa a Fanpage. La deadline è il 13 febbraio quando scadrà una proroga concessa dal Tar e il "Castello" potrebbe ammainare per sempre la sua bandiera di regno del matrimonio napulitano.
Lo show televisivo di Real Time ha reso famosa la famiglia Polese. In principio, la trasmissione col "boss delle Cerimonie" fu cucita addosso alla quotidianità di don Antonio Polese e alla moglie Rita Greco, deceduti qualche anno fa. Poi Imma Polese, figlia dei due, è diventata protagonista del reality col marito Matteo Giordano e il resto della famiglia. Ma sono diventati famosi anche dei lavoratori del ristorante-hotel. Due su tutti: Ferdinando Romeo, maître di sala e Gaetano "Nino" Davide, cameriere.
Entrambi storiche presenze del ristorante-hotel della provincia di Napoli, ora attraverso Fanpage, lanciano il loro appello per salvare la "Sonrisa" e con essa i lavoratori che traggono da quelle cerimonie il sostentamento per mandare avanti le loro famiglie. Spiegano che i Polese sono disposti a mettersi da parte in ogni modo ma allo stesso tempo a metterli in condizione di gestire in proprio la struttura (ormai avocata dal Comune abatese) che comunque ha ancora prenotazioni per cerimonie e – dicono i due lavoratori – sarebbe assolutamente in condizioni di continuare a fatturare tutto l'anno e a continuare a garantire lo stipendi0o a decine di persone tra lavoratori diretti e indotto (forniture alimentari, allestimenti e così via).
«Oggi il mio stato d'animo, pensando a quello che sta succedendo alla Sonrisa, è simile a quei film in cui non capisci quale sarà il finale» dice Gaetano Davide. «Chiediamo solo una cosa: dateci la possibilità di andare avanti, di lavorare come abbiamo sempre fatto, con qualità, eccellenza e disponibilità».
«Com’è possibile – spiega Ferdinando Romeo – che una struttura con quasi quarant’anni di storia, che ha segnato Napoli, che ha ospitato il Boss delle Cerimonie, che ha fatto sognare migliaia di persone, possa rischiare di chiudere? Dà lavoro a cento persone. Significa che 500 persone dipendono da questa realtà».