L’allarme della Caritas Napoli: “Senza il Reddito di cittadinanza, aumentano le file dei poveri”
Il rapporto annuale della Caritas sulla povertà nel nostro paese è una fotografia tragica degli squilibri sociali in Italia. Circa 5,5 milioni di persone vivono in povertà assoluta e ben 14 milioni di persone vivono in povertà relativa, e spesso può bastare un evento imprevisto, come una separazione, la nascita di un figlio, una malattia o la perdita di un sussidio al reddito, come il reddito di cittadinanza, per scivolare velocemente e in pochissimo tempo verso la povertà assoluta.
Il rapporto Caritas, redatto sulla base dei dati dei 2.855 centri disseminati sul territorio nazionali, prende in esame i dati del 2022 e l'impatto devastante sull'aumento della povertà avuto dagli strascichi della pandemia da Covid 19. Con l'inflazione più alta dal 1985, si registra un aumento dei senza fissa dimora che chiedono aiuto alle Caritas del 16% ed il 45% dei sostegni economici dati riguardano il pagamento delle bollette di luce e gas. Non solo, ma l'Italia è il paese record in Europa per l'indice di trasmissibilità della povertà, ovvero il fattore che calcola se i figli di famiglie povere restano tali o effettuano una mobilità sociale.
È la foto di un paese bloccato, dove sebbene diminuisce la dispersione scolastica e il numero dei giovani "neet", si registra un aumento degli assistiti dalla Caritas del 12% rispetto all'anno precedente. Nell'ultimo anno la Caritas ha svolto 3,4 milioni di interventi, tra distribuzione cibo, pacchi alimentari, sussidi economici, ascolto e sostegno psicologico, ma anche accoglienza nei dormitori. Con Suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas di Napoli, abbiamo analizzato i dati del rapporto sulla povertà.
Con 5,5 milioni di poveri assoluti e 14 milioni di persone sulla soglia della povertà, lo scenario sembra davvero pesante
E' una situazione molto pesante e stiamo vedendo in questi anni che scivola sempre di più, le cause principali sono sicuramente il Covid e tutto ciò che ha comportato, la seconda sono sicuramente le guerre. La diffusione del lavoro nero con l'arrivo del Covid ha prodotto un effetto devastante, le persone non avevano una certezza lavorativa e dalla povertà relativa sono passate alla povertà assoluta. Parliamo di persone che non riescono nemmeno a mettere un piatto a tavola. La Caritas si è messa in azione soprattutto su questo, provando ad accompagnare questi fratelli in difficoltà, ascoltandoli, accompagnandoli. Talvolta le difficoltà non sono solo materiali, ma anche psicologiche.
Il diritto all'abitare sta impattando in maniera importante sulla condizione di povertà, come si sviluppa questo fenomeno?
Le case dei centri storici si stanno trasformando in B&B per i turisti, quindi le persone vengono allontanate direttamente con una sentenza di sfratto esecutivo. Oggi più che mai per prendere una casa in affitto occorrono molte credenziali, la busta paga, ma non solo, in molti non hanno queste credenziali ed il risultato è che abbiamo molta più gente che vive in strada che chiede continuamente aiuto. Ci sono state molte più richieste di accoglienza nei nostri centri per senza fissa dimora, non solo singoli o persone sole, ma anche intere famiglie che vivono il dramma dell'emergenza abitativa. La causa è l'aumento degli affitti e l'inaccessibilità stessa alla possibilità di affittare una casa, questo produce che le persone restano senza alloggio. Napoli da questo punto di vista vive una situazione emergenziale. Bene il turismo, ma togliere le case non è rispettoso e dignitoso nei confronti delle persone che vivono i centri storici.
L'abolizione del reddito di cittadinanza, soprattutto al Sud, rischia di essere un'aggravante della condizione di povertà, voi che stime avete?
Abbiamo stime molto alte perché stiamo vedendo che da quando è stato abolito il reddito di cittadinanza le persone accorrono sempre di più nelle Caritas, sia parrocchiali, quelle territoriali, che in quelle diocesane. Di fatto la perdita del reddito di cittadinanza ha fatto passare dalla povertà relativa alla povertà assoluta tantissime persone, rischiamo che il povero diventi sempre più povero, e quindi non c'è una reale integrazione, e il ricco sempre più ricco, c'è un aumento del dislivello. Adesso hanno inserito l'assegno d'inclusione, ma è una misura restrittiva, i requisiti sono molto stringenti, e questo non permette a tutti di entrare nella nuova misura del governo. La nostra richiesta è che ci possa essere un cambio, che la misura possa diventare il più inclusiva possibile, altrimenti avremo ancora più persone che verranno a bussare alle porte delle Caritas. Il fatto che il reddito di cittadinanza si stato eliminato, non sospeso ma proprio eliminato, fa sì che le persone continuino ad avere fame e non poter avere nulla da mettere nel piatto ai propri figli ed ai propri familiari.
La povertà energetica è un aspetto della condizione di indigenza, di cosa si tratta?
L'aumento del costo dell'energia elettrica e delle bollette del gas fa sì che le persone non possono più pagarle, quindi vengono a chiedere di essere sostenute economicamente. Ci sono moltissime persone che sono a rischio di stacco dell'utenza, che rischiano di restare senza luce e senza gas, che non serve solo per sopravvivere, ma anche per avere una quotidianità dignitosa. Tra chi soffre di povertà energetica ci sono tante famiglie che fino a poco tempo fa avevano un tenore di vita abbastanza normale e ora hanno avuto bisogno che li aiutassimo a pagare le bollette della luce e del gas, così come anche gli alimenti. La guerra ha portato all'aumento dell'inflazione e quindi all'aumento dei costi dell'energia, ma l'energia elettrica e il gas sono elementi di sussistenza, devono essere considerati tali.
Nel dettaglio la Caritas nell'ultimo anno ha svolto 3,4 milioni di interventi, di cosa si tratta concretamente?
Si tratta di sostegni economici per l'affitto, per il pagamento delle bollette, a tutte le persone che avevano accumulato morosità. Sono interventi volti al sostegno degli alimenti, con le mense o con il banco alimentare, ma anche interventi di sostegno psicologico, perché le persone davanti alla drammaticità dell'esperienza della povertà non hanno una fragilità solo economica ma anche psicologica.
Dal vostro osservatorio quali dovrebbero essere le priorità per le politiche di contrasto alla povertà?
La priorità per la politica secondo me dovrebbe essere quella di trovare un'abitazione, ogni uomo ha diritto a due cose, vivere un luogo e avere un lavoro. Non possiamo chiudere gli occhi, Papa Francesco nella sua ultima lettera nella VII° giornata dei poveri, ci ha detto di avere lo sguardo verso il povero, verso ogni persona, quindi non possiamo voltarci dall'altro lato. La casa è la prima emergenza assoluta, la seconda è il lavoro, un lavoro che sia dignitoso e rispettoso della persona.