La zia di Renato Caiafa: “Quando ho saputo della morte di Arcangelo l’ho accompagnato immediatamente in Questura”
"L'ho accompagnato io in Questura, oggi per me le vite distrutte sono due". Ai Quartieri Spagnoli, a Napoli, è tarda sera quando da un balcone, non troppo distante dall'ospedale Pellegrini alla domanda "cerco la signora Antonella, è lei?" risponde una donna da poco rientrata a casa. È la zia di Renato Caiafa, il 19enne che la scorsa notte ha visto cambiare per sempre il corso della sua vita ma soprattutto, secondo fonti investigative, quella di Arcangelo Correra. Per l'omicidio di Correra Caiafa si è spontaneamente presentato alla polizia sostenendo di aver fatto partire lui il colpo mortale, ma per sbaglio.
Antonella Caiafa ripercorre la sua giornata, ma anche gli eventi che hanno travolto la sua famiglia negli ultimi anni. "Questi ragazzini con queste pistole, ma chi gliele mette in mano", dirà più volte nel corso della conversazione. "Luigi è morto durante una rapina, ma questo ragazzo no. Io vorrei chiedere perdono alla sua famiglia, ma come faccio?". Il Luigi a cui fa riferimento è suo nipote, morto nel 2020 a 17 anni durante una rapina finita nel sangue, ucciso da un poliziotto la cui posizione è stata successivamente archiviata.
Renato è il fratello minore, che nella notte tra venerdì e sabato era in compagnia di un suo amico, nel cuore di Napoli a piazzetta Sedil Capuano. Un amico talmente stretto da poter essere considerato quasi un parente. Quel ragazzo è Arcangelo Correra, un 18enne che di lì a poche ore sarebbe morto con un proiettile in testa. Gli investigatori della Mobile, guidati da Giovanni Leuci, avrebbero tracciato una dinamica basata sul racconto di Renato Caiafa. Un "gioco finito male" con un proiettile nella fronte di Arcangelo Correra. Una pistola che sarebbe stata maneggiata male su cui ora si concentreranno le indagini.
A portare in fin di vita la giovane vittima al Pellegrini è stato proprio Caiafa, che è poi andato a casa della zia Antonella poco distante dall'ospedale. Quando è arrivato, ci racconta la donna, non sapeva fosse morto. Dopo poco la notizia è rimbalzata sui social con i telefoni che squillavano all'impazzata, arrivando anche nell'appartamento dei Quartieri Spagnoli. La zia insieme al nonno del ragazzo hanno deciso di andare immediatamente in Questura. "Renato era d'accordo", spiega Antonella che aggiunge: "È morto un ragazzo di 18 anni, non si poteva fare altrimenti, l'ho portato io personalmente in Questura, sono tornata da poco, lui è ancora lì, spiega, ero molto stanca non ce la facevo più".
Antonella prima di rientrare in casa ricorda anche suo fratello Ciro, padre di Luigi e Renato, ucciso mentre si stava facendo tatuare in casa sua a Forcella. Sperava di non dover passare più per tutto questo, continua la donna. Che poi aggiunge: "Siamo addolorati per la vittima, lo è anche Renato. Lo è molto".