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La truffa dei call center a Pozzuoli, anziani ingannati da ragazzini: sottratti soldi e gioielli

I due raggiravano gli anziani con la truffa del call center. Sottratti in questo modo soldi e oggetti di valore.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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Due diciassettenni arrestati dai carabinieri a Pozzuoli. Raggiravano gli anziani con la truffa del call center, sottraendo migliaia di euro e gioielli. I militari dell'Arma hanno scoperto un meccanismo illegale ben collaudato, dove sembra che i ragazzi non fossero altro che la punta terminale. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Pozzuoli a Bacoli.

Le truffe a Monte di Procida

I due 17enne sono accusati di avere messo a segno due truffe aggravate ai danni di due coppie di anziani di Monte di Procida. Secondo quanto emerso dalle indagini dei militari dell'arma di Monte di Procida e Pozzuoli, coordinate dal sostituto procuratore Patrizia Imperato, i due ragazzi sono riusciti a sottrarre contanti e valori raggirando le vittime telefonicamente.

Sono state così messe a segno due truffe di diverse migliaia di euro in contanti nello stesso giorno, una a mezzogiorno e l'altra intorno alle 14,30. I ragazzini nelle telefonate avrebbero fatto credere alle vittime di essere in una situazione di pericolo e di urgenza. Una volta assicuratisi la fiducia degli anziani, si sarebbero presentati a casa, facendosi consegnare contanti e valori.

Si tratta dell'ennesimo episodio di un fenomeno criminale sempre più preoccupante e frequente che provoca un elevato allarme sociale, in quanto colpisce una utenza particolarmente fragile, quale quella degli anziani che restano spesso traumatizzati da quel raggiro che offende la loro autostima e la loro dignità.

L'allarme dei carabinieri: fare attenzione

Il fenomeno appare ancora più allarmante perché presuppone l'esistenza di vere e proprie organizzazioni, nelle quali gli associati svolgono varie e diverse mansioni contando su mezzi e strumenti che ne agevolano l'attività criminosa. Il modus operandi, ricostruito dagli investigatori, si svolge secondo un vero e proprio copione operativo: alcuni consociati svolgono il ruolo di telefonisti e, utilizzando a volte veri e propri call center, adescano le vittime dando al contempo informazioni ai transfertisti per il recupero del denaro e dei valori presso le loro abitazioni.

Spesso i bottini sono ingenti: i truffati difronte alle richieste, a volte addirittura estorsive, non esitano a consegnare tutto ciò che di valore hanno in casa. Il compito del ritiro dei beni, quello più rischioso, viene affidato a soggetti minorenni perché ovviamente ispirano più fiducia alle vittime. Non solo: proprio a causa della loro minore età, potrebbero, qualora scoperti, beneficiare di uno sconto di pena.

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