La tragica storia di Marzia Capezzuti: come è finita nella casa dell’orrore a Pontecagnano
Le 284 pagine dell'ordinanza sulla tragica storia di Marzia Capezzuti sono una lenta, inesorabile discesa nell'inferno. Un viaggio che ad ogni passo diventa meno credibile, da film horror a basso budget, con una sequela di elementi messi in fila a creare una trama vacillante: una ragazza disabile abbandonata a se stessa, una famiglia fin troppo "ingenua", finte gravidanze, aguzzini feroci e un incubo nascosto in un palazzo di un'anonima provincia. Eppure, è tutto vero. Tutto ricostruito con intercettazioni, testimonianze, riscontri investigativi, tabulati telefonici e bancari.
Marzia segregata e uccisa per la pensione di invalidità
La storia della ragazza si conclude nel più tragico dei modi: scompare nel nulla (per l'ennesima volta) quando è ormai chiaro che le forze dell'ordine stanno indagando sulla sua sorte, il corpo viene ritrovato in un casolare abbandonato di Montecorvino Pugliano. Il 19 aprile scattano le manette per tre persone: Barbara Vacchiano, la donna di Pontecagnano Faiano dove Marzia aveva trovato inizialmente ospitalità e poi prigionia, il marito Damiano Noschese e il figlio 15enne della coppia.
Secondo gli inquirenti i tre avrebbero manipolato la giovane per anni, sottoponendola a qualsiasi tipo di vessazione fisica e psicologica, per mettere le mani sulla sua pensione. E, quando le forze dell'ordine stavano indagando, a seguito di denunce arrivate per maltrattamenti, l'avrebbero fatta sparire per sempre.
Come è arrivata Marzia a Pontecagnano?
La ricostruzione degli inquirenti comincia da quando Marzia, a sette anni, finisce in comunità dopo la separazione dei genitori. Diventata maggiorenne, viene collocata in una struttura per adulti a Varese e successivamente le viene diagnosticato un "disturbo della condotta in ritardo mentale di media gravità", con "invalidità totale e permanente inabilità lavorativa al 100% con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani" e relativa pensione.
Si allontana spesso da casa e contatta i genitori solo per necessità. Nel 2014 lascia la Lombardia per incontrare un ragazzo che aveva conosciuto sui social. Poco dopo avvia una relazione con un giovane di Pontecagnano Faiano che si occupa di raccolta ferro, proprio come i Vacchiano. E forse è proprio tramite lui che Marzia conosce quella che sarebbe diventata la sua carceriera, da cui si trasferisce dopo la fine della relazione. Dal 2014 Marzia sparisce.
Il rapporto tra Marzia e i genitori
Nel 2014 Marzia sparisce. Nel 2016 i genitori si rivolgono a "Chi l'ha visto?"; la ragazza viene ritrovata dai carabinieri, è a Pontecagnano insieme al fidanzato. "Nessuno dei genitori – sottolinea nell'ordinanza il gip – si portava a Pontecagnano per riprendere la figlia (disabile)". Questa distanza da parte del padre e della madre viene più volte rimarcata dal giudice, anche nell'illustrare i rapporti con Barbara Vacchiano: quella donna non l'avevano mai vista, eppure si erano fidati delle sue parole e le avevano in pratica affidato la ragazza non autosufficiente.
Il 15 novembre Marzia viene ricoverata per disturbi psichici a Salerno, in ospedale resta un mese; durante quel periodo riceve la visita della sorellastra, figlia della madre e del nuovo marito. L'incontro con la donna, assieme al fidanzato, avviene soltanto dopo le dimissioni, alla stazione di Napoli.
I rapporti tra la ragazza e i genitori restano saltuari fino al 2017, quando Marzia dice alla madre di aver lasciato il ragazzo. E scompare di nuovo. Nell'ottobre 2017 la giovane viene convocata dai servizi sociali di Pontecagnano e racconta di aver lasciato Milano, dove viveva col padre, in seguito a continui litigi e di avere girovagato per circa tre mesi a Napoli. Si presenta col fidanzato, il giovane di Pontecagnano, e spiega di averlo incontrato tramite le sorelle di lui, conosciute in circumvesuviana a Torre Annunziata.
L'incontro tra Marzia Capezzuti e Barbara Vacchiano
La coppia convive in serenità fino al dicembre 2017, quando la relazione si interrompe: "Entravano nella vita di Marzia coloro che sarebbero divenuti i suoi aguzzini", scrive il gip.
Il 7 dicembre 2017 Marzia riferisce ai servizi sociali di avere lasciato l'abitazione che condivideva col fidanzato e di avere trovato ospitalità a casa di Mariabarbara Vacchiano. In quel mese la madre della ragazza riceve una telefonata da una sconosciuta. "Tale persona – scrive il gip – si presentava come un'amica di Marzia di nome Barbara, la quale le riferiva che Marzia abitasse con lei".
Rileva il gip:
colpiva come i genitori di Marzia , dal 2017 in avanti, avessero affidato completamente la figlia disabile alle cure di una donna (Mariabarbara Vacchiano) che non avevano mai visto.
A quella stessa sconosciuta consegnavano, talvolta, finanche la pensione di invalidità di Marzia. Tributavano fiducia alla ignota “amica ospitante”, nonostante non avessero neanche mai visitato la casa ove avrebbe dovuto vivere la figlia, non avessero preso alcun contatto con le persone della famiglia Vacchiano e non avessero acquisito alcuna contezza dell’ambiente che aveva preso in carico Marzia ; leggerezze , queste, che certamente non avrebbero aiutato ad evitare quanto sarebbe accaduto.
La morte del fidanzato a Napoli
Dopo la prima telefonata di Barbara, Marzia e i genitori continuano a sentirsi sporadicamente al telefono. In una circostanza parla anche Alessandro Vacchiano, fratello di Barbara, che dice che la coppia sarebbe andata presto a Milano a conoscere la madre di Marzia.
Nell'agosto 2019 la Polizia Locale arriva nell'abitazione e Alessandro Vacchiano riferisce che "in casa vi fosse una tale Marzia, definita sua amica, che a suo dire rendeva prestazioni sessuali ai presenti nell'appartamento". Tornano quindi gli assistenti sociali ed effettivamente in casa trovano Marzia, che però racconta una storia diversa: dice di essere lì soltanto in visita e di abitare a Napoli, da amici. Dei quali però non fornisce le generalità.
Aggiunge di trovarsi bene, di non aver reso nessuna prestazione sessuale e di non aver subito violenze fisiche o verbali da nessuno della famiglia. Convocata negli uffici, racconta la stessa versione, aggiungendo di non percepire più la pensione da gennaio e di mantenersi con lavori domestici e l'aiuto di amici napoletani.
L'incontro tra Alessandro Vacchiano e i genitori di Marzia avviene nel settembre 2019. Ed è disastroso. I due lo ricordano allo stesso modo: palesemente più vecchio di Marzia, in pessime condizioni, verosimilmente con problemi di tossicodipendenza. In quei giorni la coppia è ospite della madre di Marzia quando scoppia un litigio tra i due: Vacchiano minaccia le donne, dà fuoco a una coperta, parte la denuncia ai carabinieri. Loro restano a dormire in casa, lui in strada, su una panchina vicino al palazzo.
Dopo quell'episodio Marzia torna a Pontecagnano, mentre di Alessandro Vacchiano si perdono le tracce: viene rinvenuto senza vita il 7 novembre 2019 nei pressi della stazione centrale di Napoli. L'autopsia parla di overdose. Barbara Vacchiano, però, racconta ai conoscenti che il fratello è stato picchiato a morte e che aveva il collo spezzato; e di quel decesso in più occasioni mostra di ritenere responsabile Marzia.
"Marzia ha violentato mio figlio minorenne"
Prima della morte di Alessandro Vacchiano erano però già emersi elementi che lasciavano intendere che in quella casa la situazione stesse per precipitare. Un strategia, secondo il gip, che la Vacchiano avrebbe messo in atto per delegittimare Marzia, per far sì che i genitori non la ritenessero credibile nel caso avesse confidato delle violenze subite.
Il 6 aprile 2019 la donna racconta al padre della ragazza che Marzia aveva rubato in casa e che aveva abusato del figlio minorenne. L'uomo, fidandosi, le consiglia di sporgere denuncia (cosa che effettivamente poi avviene, ma soltanto relativamente al furto, e contro ignoti). Anche se poi, parlando con la moglie, sembra iniziare a capire che in quella casa "se la stessero mangiando i lupi".
Al telefono la Vacchiano spiega non solo che Marzia consuma rapidamente la pensione (successivamente inventerà diversi fidanzati per giustificare gli ammanchi di denaro), ma addirittura dice che la ragazza l'ha minacciata di incolparla di un livido che aveva sul braccio.
Rileva il gip:
Insomma, Barbara faceva di tutto per descrivere Marzia come una ragazza maliziosa, pronta a calunniarla e ad incolparla per lividi che invece si era procurata "autonomamente", pur di realizzare i suoi obiettivi.
Tra la fine del 2019 e gli inizi del 2020 Marzia Capezzuti scompare. Barbara Vacchiano dice ai genitori di averla cacciata di casa, di non avere più rapporti con lei. E la ragazza risulta irrintracciabile. In quel periodo, ritengono invece gli inquirenti, la giovane, pur allontanandosi di tanto in tanto (risulta una denuncia di smarrimento dei documenti presentata da lei a Roma il 13 luglio 2020) continua a frequentare l'abitazione di Pontecagnano.
La finta gravidanza di Marzia
In quei mesi, scrive il gip, "Barbara stava prendendo il totale controllo della vita di Marzia". Circostanza che trova riscontro anche nei prelievi dal conto corrente della ragazza: dal 6 novembre 2019 al 21 giugno 2021 avvengono tutti a Pontecagnano, nonostante a luglio Marzia sia tra Roma e Desio. I rapporti coi genitori si interrompono di nuovo: nessun contatto dalla fine del 2019 fino all'estate 2021.
Il 23 febbraio 2022 arriva ai carabinieri una denuncia, quella che darà inizio alle indagini. A sporgerla è un avvocato, che ha saputo da fonte anonima che in quella casa c'è una ragazza vittima di maltrattamenti. Il padre di Marzia, convocato dai carabinieri, "telefonava, ingenuamente, a Barbara Vaccinano chiedendole – una ennesima volta – se avesse notizie di Marzia".
Il 25 febbraio l'uomo riferisce ai militari di non sapere dove sia Marzia, di non essere a conoscenza di maltrattamenti ma di non escluderli perché "lei in passato tendeva spesso a cacciarsi in brutte situazioni, con persone poco raccomandabili". E racconta dell'attuale fidanzato della figlia: si chiama Giuseppe, viene da una famiglia benestante di Pontecagnano. Marzia, racconta, è incinta. Anche se, aggiunge, la sua ex moglie ha saputo che Giuseppe vuole lasciarla dopo il parto e tenere il bambino.
Una versione a cui l'uomo crede, ma che è totalmente falsa. Questo Peppe, accertano gli inquirenti, non esiste. E nemmeno la gravidanza. È tutta una macchinazione della Vacchiano, che prima inventa il fantomatico fidanzato, poi dice che è stato colto da ictus e che non può parlare quando la madre di Marzia vuole sentirlo al telefono.
Coinvolge anche la ragazza, le fa raccontare la stessa storia. Tutta una messinscena perché il vecchio conto corrente non era più utilizzabile e non può quindi più prelevare, spinge così affinché ne venga aperto uno nuovo. Intanto in quell'appartamento di Pontecagnano proseguono le violenze: Marzia viene trattata come una schiava, costretta a dormire a terra, legata. Le fanno anche ingoiare una sigaretta accesa. E, secondo una testimone, anche "marchiata a fuoco" sulla schiena con le lettere B e V, le iniziali di Barbara Vacchiano.
Rileva il gip:
Ottenuto finalmente un nuovo conto, tornati a prelevare regolarmente la pensione, i Vacchiano potevano nuovamente interrompere i rapporti con i genitori di Marzia.
Ripresi gli incassi, Peppe spariva.
Spariva la gravidanza.
Sparirà, purtroppo per sempre, la stessa Marzia.