La Tac ai Campi Flegrei: le cause del sollevamento e dei terremoti sono in due luoghi precisi

Il monitoraggio costante dei Campi Flegrei aiuta a determinare e comprendere il bradisismo, fenomeno sismico che contraddistingue il supervulcano partenopeo, caratterizzato da un sistematico innalzamento o abbassamento del suolo. Proprio per capire meglio questo processo arriva lo studio “Seismic Images of Pressurized Sources and Fluid Migration Driving Uplift at the Campi Flegrei Caldera During 2020–2024” dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia): i ricercatori sono riusciti proprio a individuare le sorgenti di pressione responsabili del sollevamento del suolo, nonché dei frequenti terremoti. Non è ancora chiaro – ed è ancora oggetto di studio – se questi processi siano innescati dal magma oppure dai gas magmatici.
Immagini del sottosuolo dei Campi Flegrei grazie a una "Tac"
Gli autori dello studio hanno utilizzato la tecnica della tomografia sismica, molto simile a una Tac effettuato in ambito medico, con la quale sono riusciti a ottenere immagini tridimensionali del sottosuolo della caldera dei Campi Flegrei, fino a 4-5 chilometri di profondità. In particolare, dall'analisi tomografica del sottosuolo, sono emerse due anomalie positive, ovvero due incrementi della velocità: il primo relativo alle velocità delle onde P (Vp), che è localizzata a 3–4 chilometri di profondità sotto Pozzuoli e nel mare antistante; il secondo relativo alle velocità delle onde S (Vs), si trova a circa 2 chilometri di profondità sotto l’area fumarolica Solfatara-Pisciarelli. Ebbene, queste anomalie, secondo i ricercatori, sarebbero responsabili sia del sollevamento del suolo che dell'aumento della sismicità.

Le possibili cause dei due incrementi di velocità
Entrando nel dettaglio, gli scienziati hanno cercato di individuare le cause delle due anomalie positive che sarebbero responsabili del sollevamento del suolo e dell'incremento dell'attività sismica. Per quanto riguarda l'incremento di velocità localizzato sotto Pozzuoli, questo potrebbe essere causato da una lieve intrusione di magma, arricchito da fluidi supercritici (gas o liquidi con temperature superiori al loro punto critico), oppure da un accumulo di fluidi ad alta densità.
In riferimento all'incremento di velocità localizzato invece sotto l'area fumarolica di Solfatara-Piscitelli, la possibile causa sarebbe da riscontrare nella migrazione dei fluidi dalla zona pressurizzata a 3–4 chilometri di profondità verso est e a livelli più superficiali.
"Il sollevamento del suolo, l’attività sismica e le emissioni di gas rappresentano segnali chiave di processi sotterranei complessi, che risultano ancora solo parzialmente compresi. Sebbene la nuova tomografia offra un contributo significativo alla comprensione dell’attività in corso, resta fondamentale lo sviluppo di un modello unificato che integri in modo coerente dati geofisici, geodetici, geochimici e petrologici. Solo attraverso questa visione multidisciplinare sarà possibile interpretare con maggiore precisione l’evoluzione dei fenomeni in atto e migliorare la capacità di previsione del comportamento della caldera" rende noto l'Ingv.