video suggerito
video suggerito

La storia di Rita Mango, l’ex moglie del boss che uccise il compagno, a “Un giorno in Pretura”

La 41enne condannata in Cassazione a 22 anni e 4 mesi di carcere per l’omicidio di Nicola Picone, trovato morto ad Aversa (Caserta) il 19 ottobre 2018.
A cura di Nico Falco
81 CONDIVISIONI
Immagine

Ventidue anni e quattro mesi di reclusione. Si è chiuso così, con la pronuncia della Cassazione, il processo a carico di Rita Mango, 41 anni, detta la "Mohicana", ritenuta colpevole dell'omicidio di Nicola Picone "‘o Minorenne", ucciso nell'ottobre 2018 ad Aversa, in provincia di Caserta. Con l'ultima sentenza, che ricalca quella del primo e del secondo grado, la condanna è diventata definitiva; cadute già nel primo processo le aggravanti dei futili motivi e quella mafiosa, ma hanno retto le altre che sono valse un anno e quattro mesi di reclusione.

Il caso di Rita Mango a "Un giorno in Pretura"

Difesa dall'avvocato Claudio D'Avino, Rita Mango si è sempre detta innocente: ha ammesso di avere avuto una relazione con Picone ma durante le indagini e i tre gradi di giudizio ha sostenuto di essere totalmente estranea all'omicidio. Inoltre, come poi emerso, il suo rapporto non era extraconiugale: all'epoca si era già separata da Valerio Nappello, boss del clan Lo Russo, e anche Picone era in fase di separazione dalla moglie.

Durante il processo è emerso che Picone aveva inoltre contratto dei debiti con diversi personaggi dei Casalesi e della malavita di Sant'Antimo e che era stato già minacciato. La vicenda verrà raccontata durante la puntata di "Un giorno in Pretura" di Roberta Petrelluzzi, Tommi Liberti e Antonella Nafra, in onda domani, sabato 4 novembre, alle 00.20 su Rai 3.

L'omicidio di Nicola Picone ad Aversa

Il corpo di Picone era stato trovato il 19 ottobre del 2018 nel parcheggio di un benzinaio di Aversa; era senza documenti e in un'automobile intestata a un 20enne di Napoli, particolari che avevano rallentato l'identificazione. Il 26enne, ritenuto vicino alla fazione Schiavone del cartello dei Casalesi, era stato ammazzato con 6 colpi di pistola calibro 45.

Le indagini si erano indirizzate verso Rita Mango, con la quale il ragazzo risultava avere una relazione. Ma la donna era irreperibile. Era stata arrestata nel febbraio 2020, rintracciata nell'abitazione dei genitori a Miano, nella periferia Nord di Napoli. Gli inquirenti avevano individuato un duplice movente: secondo le ricostruzioni Picone era stato ammazzato perché aveva manifestato l'intenzione di lasciare la Mango e perché si era appropriato di somme di denaro dell'autonoleggio che gestiva per conto di Nappello, che aveva conosciuto in carcere.

81 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views