La storia di Carmine, 14 anni, malato terminale: 1.800 euro per un’ambulanza privata da Napoli a Civitanova
«Ma lei che farebbe? Non cercherebbe di assicurare tutto il possibile, tutte le cure e gli esami possibili ad una persona cara?». Giovanni Gravili dell'associazione "I nodi d'amore" è arrabbiato quando racconta la storia di Carmine, 14 anni, malato oncologico terminale. Motivo? La famiglia di questo adolescente pagherà 1.800 euro per una ambulanza privata che lo porterà da Napoli, la sua città, a Civitanova Marche, dove il ragazzo dovrebbe sottoporsi a nuovi esami diagnostici per vagliare ulteriormente la sua situazione clinica.
Le condizioni di Carmine, spiega Gravili, sono drammatiche. Ma i genitori non si arrendono e vogliono tentare ogni esame, ogni cura: «Abbiamo avviato una staffetta solidale importante facendo arrivare al ragazzo dei doni speciali di personaggi dello sport da lui amati, ha reagito positivamente a questi stimoli. È vergognoso che la sanità pubblica non lo aiuti e non aiuti la sua famiglia». Il riferimento è al recente caso di Indi Gregory, su cui il governo italiano si è mosso offrendo il trasferimento della bambina inglese di 8 mesi in Italia, visto che l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che si era offerto di seguire il caso.
Per Carmine va diversamente. In sostanza, in questa situazione il trasporto del malato verso una struttura privata non è a carico del sistema sanitario nazionale. Da oltre 5mila euro per il trasporto ambulatoriale con medico anestesista (sono circa 360 km di viaggio), l'associazione "I nodi d'amore' è riuscita a ad arrivare con una concertazione a 1.800 euro di spesa. «Ecco – continua Gravili – uno Stato civile sarà veramente tale quando dimostrerà interesse per tutti coloro che possono permettersi tali privilegi. A tal proposito crediamo che sia necessaria ed urgente una immediata riforma della sanità che possa garantire fattivamente e non solo astrattamente il diritto alla salute di tutti i cittadini. La salute è un diritto di tutti e non un privilegio di pochi».
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