video suggerito
video suggerito

La storia della Ruota degli Esposti nel complesso monumentale dell’Annunziata di Napoli

A Napoli la Ruota degli Esposti per oltre 300 anni ha “accolto” tantissimi bambini abbandonati dalle famiglie, soprattutto quelle più povere.
A cura di Giuseppe Cozzolino
292 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

La ruota degli esposti di Napoli si trova nel Rione Pendino, nei pressi della Basilica della Santissima Annunziata Maggiore, non distante da Forcella e da piazza Mercato. Sebbene oggi non sia più in funzione, è ancora possibile vederla passando su via Annunziata, protetta da un cancello che delimita il perimetro della basilica stessa. Fessura nella quale non era insolito lasciare un bigliettino o un oggetto che aiutasse, in futuro, ad "identificare" il proprio bimbo ormai cresciuto. Anche se ormai "chiusa", la Ruota degli Esposti è visitabile all'interno della Basilica, dove è conservata l'originale in legno attraverso la quale sono passati neonati e bimbi per oltre trecento anni.

La storia della Ruota degli Esposti napoletana

La Ruota degli Esposti non ha una data precisa di "nascita" a Napoli. La prima al mondo, pare, sarebbe nata nell'ospedale dei Canonici di Marsiglia nel 1188, e da lì si diffuse rapidamente prima in Francia e poi in diversi paesi europei come Spagna o Grecia, ma non in Inghilterra, dove invece pare addirittura non arrivò mai, tanto che non era insolito trovare fosse comuni o resti di neonati nelle fogne dove venivano probabilmente gettati.

La Ruota nel complesso monumentale Santissima Annunziata di Napoli

A Napoli arrivò presumibilmente tra il XIV e XV secolo: la scelta della Basilica dell'Annunziata non fu casuale, visto che la Congregazione della Santissima Annunziata, fondata nel 1318, si occupava proprio dei bimbi trovatelli, dando loro un'istruzione. In ogni caso, la Ruota degli Esposti era sicuramente in funzione nel 1600, quando si iniziò a tenere un registro degli accessi, divenuti ormai consuetudine soprattutto per le famiglie più povere. Da allora, la Ruota degli Esposti rimase in funzione fino al 27 giugno 1875, giorno in cui venne rimossa. Ancoro oggi una lastra in marmo con la data esatta della chiusura si trova a chiudere la fessura in strada. Non scomparve, invece, il fenomeno: per diversi anni a seguire, i piccoli venivano lasciati sulle scalinate d'ingresso della Basilica, almeno fino al 1980.

Immagine

La nascita del cognome "Esposito"

La Ruota degli Esposti ha lasciato una forte traccia anche nei cognomi: i "figli della Madonna", come venivano chiamati, ricevevano come cognome una serie di cognomi tutti derivati dal loro status di "expositus", ovvero di "esposto" alla ruota. Il più diffuso è indubbiamente Esposito, ma anche gli altri ad esso collegati: Espositi, Esposto, Esposti, D'Esposito, Degli Espositi, Degli Esposti, ma anche Sposito, Spositi, Sposto, Sposti, Spisto, Spista, Spisti.

Il primo "Esposito" della storia fu registrato il 1° gennaio 1623: fu un piccolo a cui fu dato il nome Fabrizio, ed aveva due anni. Il documento d'anagrafe rimase registrato permettendo di "datare" con esattezza il primo bimbo con il cognome Esposito. Durante il regno di Gioacchino Murat, invece, questa pratica si interruppe: il Re trovava offensivo ed umiliante che i bimbi restassero "marchiati" a vita dalla loro condizione. E così, si preferì iniziare a trovare cognomi che riguardassero magari le loro caratteristiche fisiche o caratteriali, che "nascondessero" in futuro il loro status di trovatelli.

Come visitare la Ruota degli Esposti di Napoli

Dall'esterno, è possibile vedere la "fessura" nella quale mettere i bambini, oggi chiusa. Si trova lungo il fianco sinistro (osservando il portone d'ingresso principale) della Basilica della Santissima Annunziata Maggiore di Napoli, all'altezza del civico 34 di via Annunziata. La fessura, murata, si trova protetta da una cancellata in ferro, che delimita il perimetro della struttura.

All'interno, invece, si può visitare una sorta di piccolo museo, con ovviamente la Ruota in legno originale: è possibile visitarla dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13.30 (orario dell'ultimo ingresso consentito). La struttura è gestita dal comune di Napoli: per i gruppi, fanno sapere da Palazzo San Giacomo, è preferibile la prenotazione.

292 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views