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“La sorella di mamma mi ha buttato l’acido in faccia”, le intercettazioni delle ragazze sfregiate a Napoli

Disposto il carcere per la 19enne accusata di avere sfregiato le nipoti a Napoli. Una delle vittime in chat: “La sorella di mamma mi ha buttato l’acido in faccia”
A cura di Nico Falco
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Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)
Il luogo del ferimento (foto di Gaia Martignetti /Fanpage.it)

"La sorella di mamma mi ha buttato l'acido in faccia e in testa perché mi voleva picchiare". "E perché?". "Perché la picchiai io fuori alla pizzeria". Brandelli di conversazioni, acquisite dagli inquirenti, che hanno svolto un ruolo cruciale nelle indagini sulla vicenda delle due sorelle sfregiate con l'acido a Napoli. A raccontare, su WhatsApp, è una delle vittime, la 23enne, che parlando con un'altra parente le mostra anche le fotografie coi segni delle ustioni. Tutto finito nell'ordinanza con cui il gip di Napoli Saverio Vertuccio non ha convalidato il fermo ma ha disposto la misura cautelare in carcere per una 19enne, sorella della madre delle vittime, che ora si trova nel carcere femminile di Pozzuoli.

Il giudice, riferendosi all'indagata, la definisce fornita di "straordinaria e radicata propensione a risolvere qualsiasi questione mediante il ricorso a inaudite forme di violenza". Il fermo non è stato convalidato per l'insussistenza del pericolo di fuga, in quanto la ragazza si è presentata spontaneamente in Questura una volta saputo che le forze dell'ordine erano sulle sue tracce, ma la misura cautelare è stata emessa per la gravità del raid, definito una vera e propria spedizione punitiva, "mossa dall'irremovibile obiettivo di sfigurarle, privandole in via permanente di ogni legittimo vezzo estetico"; scartati anche i domiciliari: è stato disposto il carcere. L'avvocato Bernardo Scarfo', legale della 19enne, ha annunciato ricorso presso il Riesame.

Sorelle sfregiate con l'acido a Napoli

L'aggressione risale all'una circa di lunedì scorso. Le due, 23 e 17 anni, hanno raccontato agli inquirenti di essere uscite da casa intorno alla mezzanotte per incontrare un ragazzo di un altro quartiere che avevano conosciuto su TikTok. Mentre erano ferme nei pressi di un tabaccaio sul corso Amedeo di Savoia avevano notato, sull'altro lato della strada, tre scooter: su uno c'erano tre ragazze, sull'altro 2 ragazze e sul terzo due ragazzi molto giovani. Una delle ragazze era scesa da uno scooter e si era avvicinata velocemente, così la 23enne aveva detto alla sorella di proseguire e le due avevano imboccato il corso Amedeo di Savoia in direzione di Capodimonte.

Le ragazze sugli scooter le avevano però inseguite, le avevano speronate facendole cadere e una di loro aveva gettato l'acido; le due sorelle sono state colpite in particolare sul viso, ma schizzi di liquido corrosivo le hanno raggiunte su tutto il corpo. Hanno quindi gridato chiedendo aiuto e poco dopo si è fermata una pattuglia del commissariato San Carlo Arena. Ai poliziotti, prima sul posto e poi in ospedale, le ragazze hanno detto di non aver riconosciuto le persone che le avevano aggredite e di non avere litigato con nessuno.

Due frame dai video pubblicati su TikTok
Due frame dai video pubblicati su TikTok

Fermata la zia: "Ci ha inseguite e buttato l'acido addosso"

Le indagini, coordinate dal pool Fasce Deboli della Procura di Napoli, sono affidate alla Squadra Mobile. Nel pomeriggio dello stesso giorno le sorelle sono state ascoltate in questura ed hanno entrambe indicato la zia, quella che il giorno successivo verrà sottoposta a fermo, come una delle partecipanti all'aggressione. In particolare la 17enne ha detto che la sorella della madre, scesa dallo scooter con un casco bianco tra le mani, le aveva inseguite prima a piedi e poi con l'altro mezzo e, dopo averle fatte cadere a terra, aveva gettato l'acido su di loro. Dichiarazione confermata anche dalla 23enne, che inizialmente non aveva fatto nomi ma alla fine ha riferito la stessa versione della sorella. Ulteriore riscontro è arrivato dalla conversazione WhatsApp, in cui la 23enne indica esplicitamente la 19enne, facendone anche il nome.

I motivi dell'astio sarebbero da ricercare in vecchi rancori scaturiti per colpa del nonno e di un'altra delle figlie, sorella dell'indagata e della madre delle vittime. Da allora, circa 6 anni fa, i rapporti si erano completamente interrotti e c'erano stati screzi sempre più violenti tra le due famiglie, spesso esplicitati in video su TikTok in cui il nonno e l'altra figlia alludono a relazioni extraconiugali della madre delle sorelle e insultano anche loro.

Un ultimo episodio sarebbe avvenuto a Capodanno scorso, quando le due famiglie si sarebbero incontrate davanti ad una pizzeria del Rione Materdei e la 23enne e la zia sarebbero arrivate alle mani. È a questo che fa riferimento la giovane nella chat WhatsApp, dicendo che il raid con l'acido sarebbe una ritorsione per quel precedente litigio. Nei contrasti tra le due famiglie si inserirebbe anche l'incendio della Smart usata dalla madre delle due sorelle, bruciata nella notte dell'11 maggio, anche se al momento non è stato ancora accertato chi sia stato il responsabile.

La difesa della zia: "Le mie nipoti avevano l'acido"

Diametralmente opposta la versione fornita dalla 19enne, secondo cui l'acido, un potente sgorgante per tubature, sarebbe stato portato dalle due sorelle, che avrebbero avuto l'abitudine, così come la madre, di avere in borsa una bottiglia col liquido corrosivo. La ragazza, incastrata anche dalle telecamere di sorveglianza, ha ammesso di avere preso parte a quel raid, ma ha raccontato che voleva soltanto colpirle col casco e che le due nipoti si sarebbero ferite da sole con l'acido mentre si contendevano la bottiglia per lanciarlo.

Gli inquirenti hanno però trovato nelle sue dichiarazioni diversi punti che sono stati smentiti dalle indagini e dal video acquisito. Innanzitutto, la donna ha detto che in quel momento si trovava soltanto con un'amica, negando che fossero presenti altre persone. Inoltre in fase di interrogatorio ha dichiarato che le due sorelle si erano fermate e stavano litigando per decidere chi dovesse lanciare l'acido; successivamente, quando il pm le ha mostrato le immagini, ha ammesso di aver fermato e fatto cadere le nipoti. Infine, discrasie sono state rilevate anche sul percorso che la 19enne ha detto di aver fatto quella notte e sul fatto che, secondo il suo racconto, avrebbe inseguito le sorelle a piedi dopo aver sentito degli insulti a lei rivolti, circostanza ritenuta non credibile dagli inquirenti in quanto si trovava a una settantina di metri.

[La Smart incendiata. Foto Gaia Martignetti/Fanpage.it]
[La Smart incendiata. Foto Gaia Martignetti/Fanpage.it]
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