Sonrisa, avviato lo sgombero del Castello delle Cerimonie: ora è proprietà del Comune di Sant’Antonio Abate
La Sonrisa, la celebre struttura ricettiva gestita dalla famiglia Polese, famosa per la trasmissione tv "Il Castello delle Cerimonie" su Real Time, diventa di proprietà del Comune di Sant'Antonio Abate, che ha anche avviato le procedure per lo sgombero dei locali. Dopo la confisca della struttura, per lottizzazione abusiva, avvenuta lo scorso febbraio, il Comune, guidato dalla sindaca Ilaria Abagnale, ha fissato una indennità di occupazione senza titolo di circa 30mila euro al mese, in attesa del deposito della sentenza, per procedere all'acquisizione effettiva al patrimonio pubblico. Le attività finora non sono mai state interrotte e anche il reality show è tornato in onda a settembre. La famiglia Polese, con donna Imma Polese e don Matteo Giordano, ha annunciato fin dall'inizio l'intenzione di fare ricorso anche alla Corte dei Diritti dell'Uomo.
Ad annunciare l'acquisizione del bene al Comune è stata la stessa sindaca Abagnale: “Abbiamo atteso per otto mesi la pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ordina la confisca dell'immobile noto come “Grand Hotel La Sonrisa” e l'acquisizione a titolo gratuito dell'intera area di oltre 40mila metri quadrati a patrimonio del Comune di Sant'Antonio Abate. Adesso, con gli uffici comunali sono stati stilati tutti gli atti d'indirizzo per avviare l'acquisizione del bene, in vista del successivo cronoprogramma per liberare immobili e terreni”.
Il Comune di Sant'Antonio Abate approva la delibera per l'acquisizione de La Sonrisa
Il primo cittadino di Sant'Antonio Abate ha anche comunicato che l'ente ha approvato le delibere di indirizzo per l'acquisizione de La Sonrisa.
“Nei prossimi giorni è stata programmata una riunione gestionale che delineerà in maniera oculata il cronoprogramma delle attività, che saranno valutate di concerto con gli uffici comunali. Il cronoprogramma sarà successivamente sottoposto al vaglio delle Prefettura e della Procura Generale di Napoli. Nel frattempo, attraverso una nota indirizzata al Prefetto, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e alla Procura Generale di Napoli, sono state già trasmesse le copie delle delibere adottate”.
Il Comune di Sant'Antonio Abate si sta avvalendo delle consulenze di due esperti legali esterni all'Ente: per gli aspetti amministrativi è stato nominato l'avvocato Lorenzo Lentini, per quelli di natura penale l'avvocato Marco Campora. "Ad oggi – spiega il Comune in una nota – le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione lo scorso 15 febbraio con la quale si conferma quella emessa dalla Corte d'Appello nel 2022 non risultano ancora pubblicate, né la sentenza è stata notificata al Comune di Sant'Antonio Abate".
La sindaca Abagnale: "Approvate delibere di indirizzo"
La sindaca Ilaria Abagnale ha sottolineato:
“Un ritardo che ha rallentato le fasi successive relative all'acquisizione. Di concerto con i consulenti nominati, il Comune ha deciso di avviare ugualmente l'iter, tenuto conto che si tratta di una sentenza comunque divenuta irrevocabile. Nell'attesa, la macchina amministrativa non è stata inerme: ha avviato tutte le pratiche necessarie ed ha anche richiesto una valutazione del bene all’Agenzia del Territorio di Napoli che, però, con una nota ha precisato che potrà effettuare un sopralluogo solo a partire da dicembre 2024. Nel frattempo, i precedenti titolari del bene, attuali occupanti sine titulo, stanno versando regolarmente un canone di circa 29mila euro mensili per l'occupazione, calcolato in base alle tabelle delle quotazioni stabilite dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate”.
“Ogni azione – conclude la sindaca di Sant'Antonio Abate – sarà intrapresa in sinergia con la Prefettura e la Procura Generale, con la massima trasparenza e nel rispetto della legalità. Infine, una precisazione: il futuro della struttura sarà condiviso, deciso e comunicato solo nei prossimi mesi”.