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Covid 19

La situazione di mercoledì 17 marzo sul Coronavirus in Campania

Ieri in Campania c’erano stati 2.656 nuovi positivi. Particolarmente alto il numero dei decessi: 65, di cui 31 nelle 48 ore precedenti e 34 morti in precedenza ma registrati nel bollettino diramato ieri. La Campania resta la prima regione in Italia per numero di attualmente positivi. Da oggi parte la campagna di adesione per le categorie fragili.
A cura di Redazione Napoli
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Ieri i nuovi positivi in Campania erano stati 2.656, di cui 2.210 individuati con tampone molecolare (1.499 asintomatici e 691 sintomatici) e 466 con tampone rapido antigenico. I tamponi analizzati erano stati 22.456 (di cui 4.538 rapidi), con una percentuale di positivi dell'11,83%. In Campania dall'inizio dell'epidemia si registrano quindi 308.101 contagiati (di cui 11.284 individuato con test antigenico), mentre i tamponi effettuati sono stati 3.286.183 (di cui 168.806 antigenici rapidi).

Nel bollettino di ieri, 65 deceduti (31 nelle 48 ore precedenti e 34 morti in precedenza ma registrati lunedì, giorno a cui si riferiscono i dati), per un totale di 4.784 dall'inizio dell'epidemia; i guariti erano stati 1.564 (in totale 205.244). I ricoverati in degenza ordinaria Covid erano 1.560 (+17), quelli in Terapia Intensiva 165 (+4), in isolamento domiciliare fiduciario 96.348 persone (+1.006). Gli attualmente positivi erano 98.073 (+1.027).

In Campania apre da oggi, 17 marzo, la piattaforma di adesione al vaccino anti Covid per le categorie fragili; i dati, ha indicato la Regione, dovranno essere inseriti dai medici di base. Il coinvolgimento nella registrazione dei medici di famiglia, che fino a ieri non avevano ricevuto comunicazioni in merito, ha causato da ieri pomeriggio il caos negli studi: centinaia di telefonate e richieste da parte dei pazienti che chiedevano come registrarsi e quando presentarsi per il vaccino. L'inserimenti dei dati sulla piattaforma, hanno spiegato diversi medici di medicina generale, "non rientra nell'accordo sottoscritto tra le organizzazioni sindacali e la Regione secondo cui i medici danno la propria disponibilità a vaccinare presso i propri studi o presso le strutture indicate"; inoltre, la decisione della Regione arriva in un momento in cui i medici di famiglia sono già alle prese con molti pazienti Covid da seguire a domicilio e con i pazienti che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca e chiedono rassicurazioni dopo la sospensione delle somministrazioni in via cautelativa.

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