La situazione ai Campi Flegrei: sfollati e terremoti dopo la scossa 4.6

Salgono a 353 gli sfollati del bradisismo ai Campi Flegrei, dopo il terremoto di magnitudo 4.6 del 13 marzo scorso. Oggi, a quanto apprende Fanpage.it da fonti qualificate, è stato eseguito uno sgombero precauzionale di un solo nucleo familiare che viveva in un appartamento in affitto, composto da una coppia con una bambina di 2 anni, in via Antoniana a Pozzuoli.
Nel complesso, secondo l'ultimo aggiornamento della Prefettura di Napoli sulla situazione delle persone allontanate dai propri appartamenti a causa degli eventi sismici nel Comune di Napoli, pubblicato oggi, mercoledì 26 marzo 2025, si registrano:
- 353 persone sgomberate per un totale di 164 nuclei familiari ;
- 108 persone (38 nuclei familiari) ospitate in strutture alberghiere;
- 215 persone hanno trovato autonoma sistemazione;
- Presso l'Hub di accoglienza di Via Acate ci sono 12 alloggiati (7 nuclei familiari);
- Nella struttura di Marechiaro “San Francesco d’Assisi " sono ospitate 18 persone (6 nuclei familiari)
Manfredi: "Non possiamo spostare migliaia di persone"
Sul bradisismo e gli sgomberi che, dopo il sisma del 13 marzo, il più forte energeticamente degli ultimi 40 anni, hanno riguardato anche la zona di Bagnoli, a Napoli, oltre a Pozzuoli, oggi è intervenuto il sindaco Gaetano Manfredi a 24 Mattino su Radio 24:
"Noi sappiamo bene che quello dei Campi Flegrei è un problema ciclico, che fin quando non si esaurisce questo sciame noi dobbiamo continuare a lavorare insieme ai cittadini per fare in modo che ci sia una gestione serena, tranquilla, vigile di questo fenomeno che è un fenomeno antico. Ovviamente noi non possiamo pensare di spostare decine di migliaia di persone, quindi dobbiamo aiutare le persone a vivere in sicurezza. In passato si è cercato di fare nuove città ma poi alla fine le persone sono ritornate in un passo magnifico come quello dei Campi Flegrei. La realtà è che questo è un tema un po' di tutte le città, c'è troppa pressione sulle aree urbane dove le persone si concentrano e quindi questo rientra in un ragionamento più ampio di riequilibrio tra zona costiera e area interne per fare in modo che ci sia meno pressione demografica. Ovviamente questo riduce il rischio e aiuta a gestire meglio la complessità".