La signora Marisa, 92 anni, va sulla nave di Mediterranea che salva i migranti: “Una delle cose più belle che ho visto”
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Ha fatto un viaggio da Milano a Napoli, accompagnata dal nipote, la signora Marisa Tussena di 92 anni, per visitare la nave Mare Jonio dell'associazione italiana Mediterranea Saving Humans, impegnata nel salvataggio in mare delle persone migranti nel mediterraneo centrale. Una vita spesa nel volontariato e il desiderio di visitare di persona una delle navi che salvano vite, come aveva letto tante volte su giornali e libri, e come aveva visto al cinema nel film "Io capitano" di Matteo Garrone.
L'occasione sono stati gli open days della nave Mare Jonio in corso nel porto di Napoli. Così con l'aiuto del nipote, la signora Marisa si è prenotata online per la visita a bordo ed ha assistito anche alle spiegazioni sul funzionamento delle operazioni di salvataggio. E' stata accolta con commozione dall'equipaggio e dai dirigenti di Mediterranea Saving Humans che l'hanno accompagnata a visitare gli spazi a bordo, insieme al comandante Filippo Peralta.
"È una delle cose più belle che ho visto in vita mia"
Puntuale la signora Marisa è arriva al molo 21 del porto di Napoli, dove la Mare Jonio è ormeggiata dall'8 febbraio scorso, con oltre 1600 persone prenotate per visitarla che sono arrivate da ogni parte d'Italia. Suo nipote le aveva promesso che avrebbe visto una cosa straordinaria. Lei a Napoli è venuta per fare due cose: "Devo visitare la nave e devo vedere il Cristo Velato" ha detto appena è arrivata in banchina. Per lei c'è stata una grande accoglienza con gli attivisti di Mediterranea che l'hanno abbracciata e che si sono voluti fermare a lungo con lei a parlare in banchina. "Io sono venuta con mio nipote – ha detto a Fanpage.it – mi ha detto che avrei visto una cosa che non avrei dimenticato, ed è proprio così, non dimenticherò mai quello che ho visto, tutti saranno nel mio cuore e io farò qualcosa per loro. Penso che sia una delle cose più belle che si possano fare, salvare una persona, è commovente solo pensarci".
La signora Marisa è salita sulla passerella che conduce a bordo della Mare Jonio ed ha preso posto sotto al tendone di poppa dove i capimissione introducono la visita a bordo. "Io non conoscevo Mediterranea – ha spiegato la signora Marisa – sapevo quello che si fa in mare con i salvataggi, ho letto, ma non avrei mai immaginato una cosa così spettacolare, cosa sono capaci di fare, sono rimasta allibita, vado via piena d'amore".
A bordo scorrono le immagini dei salvataggi ed anche delle azioni di disturbo della cosiddetta Guardia Costiera libica, che nell'aprile scorso ha sparato con le mitragliatrici contro i gommoni di soccorso della Mare Jonio impegnati in una operazione di salvataggio. A 92 anni si è visto davvero tanto, e sicuramente anche tante cose brutte avvenute nel nostro paese. "Sì, ma questa è una delle cose più belle che ho visto in vita mia – ci dice – grazie a Dio". Le chiediamo se dopo aver visto tanto si sarebbe mai immaginata di rivedere il razzismo e persone lasciate morire in mare. "No non me lo sarei mai immaginato – ci spiega – ma mi ha aiutato il film "Io Capitano", ed ho letto molto, perché io leggo tantissimo. Poi io ho fatto la volontaria per tutta la vita, sono portata per il volontariato, sono dovuta venire qui".
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"Una visita che ci ha fatto piangere"
Ad accompagnare in giro per la Mare Jonio la signora Marisa, c'era Sheila Melosu, capomissione di Mediterranea Saving Humans, una delle protagoniste di molte azioni di salvataggio portate a termine dalla nave dell'associazione italiana che ha salvato dal 2018, anno in cui ha iniziato a svolgere attività di ricerca e soccorso, fino ad oggi, 1369 persone. "La visita della signora Marisa mi ha fatto piangere – spiega a Fanpage – perché pensare che una persona a 92 anni, fa un viaggio da Milano a Napoli, solo per venire a bordo e portarci il suo sostegno ed il suo calore, è una delle cose più importanti che ci spinge ad andare avanti". Un sostengo che gli attivisti di Mediterranea Saving Humans hanno raccolto a piene mani a Napoli durante gli open days, che hanno visto anche la presenza a bordo dell'arcivescovo della città,il cardinale Don Mimmo Battaglia. "Ogni anno pensiamo che non possa andare peggio, ed invece va peggio – sottolinea Melosu – abbiamo iniziato con i porti chiusi e siamo finiti con i decreti Piantedosi che hanno il solo scopo di arrivare a confiscare le navi della società civile. Sembrava assurdo, ma ormai è realtà". A fare compagnia nella visita alla signora Marisa anche i ragazzi di Officine Gomitoli, giovani di seconda generazione, nati in Italia da famiglie di migranti, capitati per puro caso nello stesso turno della donna 92enne, realizzando così un mix generazionale inaspettato. "Una volta che sali qui, che tocchi con mano – spiega la capomissione – che capisci esattamente cosa succede, che vedi una nave che porta con se anche le anime delle persone che ha salvato, capisci che non sono queste le persone da cui difenderci, ma sicuramente dobbiamo difenderci tutti da chi li fa tornare in Libia, dove vengono picchiate, stuprate e torturate. Quando sali a bordo senti l'energia delle persone che sono state qui, ed è difficile scendere senza sentire e portare con te quelle energie".