La provocazione del procuratore Gratteri: “Vietiamo arresti e indagini un mese prima del voto. Poi però recuperiamo…”
A Nicola Gratteri piace provocare discussioni sull'argomento che gli sta più a cuore, il rapporto tra politica e magistratura. Rapporto su cui ha sempre detto chiaramente il suo pensiero. Ospite a ReStart su Rai3, commentando la polemica sulle inchieste recenti che puntualmente, in periodo elettorale, qualcuno definisce «ad orologeria», il capo della Procura di Napoli avanza una proposta provocatoria: «Spesso si fanno riforme normative inutili e anche dannose per risolvere i problemi della giustizia e velocizzare i tempi dei processi. Io dico di farne una sola: dite che da 60 o da 90 giorni prima delle elezioni non si possono fare arresti, perquisizioni e avvisi di garanzia. Però poi ci fate recuperare i termini dopo il voto! Facciamolo, sarei d'accordo per mettere fine per sempre a questa polemica».
Sul voto di scambio, tipico del rapporto malato tra politica e cittadinanza al momento delle elezioni, dice Gratteri: «Oggi purtroppo si è perso il rossore, la vergogna e la gente si prostituisce per poco. Il voto di scambio è antico quanto è antico il voto, perché chi ha pacchetti di voti non ha ideologia, non è né di destra né di sinistra e li offre al miglior offerente».